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A San Casciano dei Bagni si continua a scavare: ritrovati unguentari, bronzetti e lucerne per i riti notturni

Nella campagna di scavi attualmente in corso sono stati trovati moltissimi incensieri, unguenti, medicine e lampade decorate, testimonianze dell’utilizzo del Santuario anche la notte, oggetti rimasti per circa duemila anni tra acqua e argilla ma in ottime condizioni di conservazione

Dopo gli eccezionali ritrovamenti degli ultimi anni al Bagno Grande di San Casciano dei Bagni si continua a scavare nel Santuario ritrovato.

Lo scavo negli anni precedenti aveva già portato alla luce oltre venti statue in bronzo e centinaia di offerte votive al centro di numerosi progetti di recupero e valorizzazione, tra cui la mostra “Gli dèi ritornano. I Bronzi di San Casciano” che è stata esposta a Roma e a Napoli, e che sarà anche al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria fino al 15 gennaio 2025.

La campagna di scavi 2024 è in corso, ma sta già dando preziosi risultati. Venerdì 2 agosto a San Casciano dei Bagni, è stata fatto il punto sui risultati delle prime sei settimane di lavori alla presenza di studentesse e studenti, responsabili di area, direttrici e direttori.

“Quest’anno abbiamo voluto raccogliere le voci dei protagonisti delle ricerche, attraverso un diario di scavo. – ha dichiarato Jacopo Tabolli, coordinatore scientifico del progetto Abbiamo voluto condividere il racconto quotidiano dell’esperienza di vita e di lavoro di sei settimane in cantiere. Persone provenienti da tutto il mondo hanno creato una commistione linguistica e culturale, lavorando a stretto contatto con la comunità di San Casciano, unendo generazioni e sensibilità diverse.”

“Lavorare allo scavo è bello, importante e complicato. – è il commento del direttore Emanuele Mariotti – Arrivati al quinto anno, lo scavo si amplia e si arricchisce di nuove strutture. Non dobbiamo infatti pensare solo in termini di museo, ma anche al parco archeologico e termale: questo sito sta crescendo, brulicando di persone e di archeologi al lavoro. Quest’anno è stato straordinario per i gruppi e le persone che hanno lavorato, in termini di spirito di squadra, condivisione e accoglienza.”

“I nostri bronzi, con i tanti tesori ritrovati nel Bagno Grande, sono già stati esposti al Quirinale e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e saranno ulteriormente esposti al Museo Nazionale di Reggio Calabria insieme ai bronzi di Riace. – commenta la Sindaca Agnese Carletti – Ma torneranno qui a San Casciano, dove proseguono i lavori per la realizzazione del museo, a opera del Ministero della Cultura e per la realizzazione dell’hub di ricerca universitaria internazionale da parte dell’Università per gli Stranieri di Siena. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato anche quest’anno alla campagna di scavo, alle ragazze ai ragazzi delle università che in questi mesi hanno contribuito a realizzare questi importanti progetti.”

I nuovi ritrovamenti presso il Santuario di San Casciano dei Bagni

Il gruppo di archeologi che ha ospitato partecipanti provenienti da 19 università in tutto il mondo, tra cui Olanda, Spagna, Stati Uniti e altri paesi, ha lavorato per ingrandire l’area di scavo.

Lo scavo ha raggiunto ormai un’estensione di oltre 400mq, raggiungendo una profondità dal piano di campagna in alcuni punti di oltre quattro metri.

Entrando nello specifico il gruppo ha lavorato in aree diverse, pompando via l’acqua durante gli scavi e trovando frammenti di intonaco che restituiscono i colori originari del santuario: giallo e rosso.

Inoltre è stato compreso il sistema di canalizzazione delle vasche. La stratificazione di argilla sottostante alla vasca, e la presenza di poche rocce, fa pensare che quest’area fosse stata originariamente un ambiente lacustre.

I ritrovamenti sono stati come al solito numerosi: sono stati rinvenuti degli oggetti di vita quotidiana del santuario, tra cui lucerne, unguentari, bronzetti e simboli di frequentazioni della vasca.

Sono stati trovati moltissimi incensieri, unguenti, medicine e lampade decorate, presumibilmente testimonianze dell’utilizzo del Santuario per riti notturni.

I reperti estratti dagli scavi a livello di conservazione sono ottimi, dopo essere rimasti per circa duemila anni tra acqua e argilla.

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