La Toscana dà il benvenuto a un nuovo prodotto di qualità, nato in un territorio che ha voglia di fare squadra e di rafforzare le sinergie. È l’Olio Radicondoli, ottenuto grazie a un progetto da 1 milione e 200mila euro derivante da un Piano Integrato di Filiera della Regione Toscana che ha coinvolto circa 10 imprese agricole della rete dei coltivatori – Rete Evolution, due Università e l’amministrazione locale.
Con questo investimento è stato possibile lavorare per ottenere un frantoio completamente rinnovato; con l’aiuto del software realizzato da Aedit, spin off del Sant’Anna di Pisa, sono state messe a punto tecnologie all’avanguardia per il controllo della mosca.
Un olio di comunità
L’Olio Radicondoli, oltre a essere bio, è un olio di comunità perché sono i coltivatori che hanno partecipato al progetto che cedono una parte del loro prodotto per la nuova etichetta. Tutta di qualità controllata. Per la prima volta sul mercato da quest’anno.
“C’è un vento nuovo che soffia sul territorio, di sviluppo e valorizzazione che noi siamo impegnati a portare avanti – dichiara Francesco Guarguaglini, sindaco di Radicondoli –. Nasce in questo contesto Olio Radicondoli, frutto di questa una realtà che innova e fa della resilienza, del senso di comunità la propria forza”.
Il Comune ha seguito e segue con attenzione la realizzazione del progetto, con l’obiettivo di stimolare l’imprenditoria privata e sostenerla.
“Insieme a Cosvig (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche) abbiamo anche acquistato due stazioni agro meteo – fa notare il sindaco –. Noi siamo a fianco delle imprese. Se nasce l’Olio Radicondoli vuol dire che c’è un tessuto capace di fare dell’innovazione il proprio terreno di sperimentazione. Questo si unisce all’impegno che mettiamo per aziende e persone. Infatti da dicembre 2019 ad ora il Comune ha investito circa 600mila euro per il sostegno alle imprese e per stimolare la residenza: contributi prima casa, rimborsi per i pendolari. E non ci fermiamo qui con il progetto che si riconosce all’interno di Wivoaradicondoli”.
Tecnologia e collaborazione
L’olio doveva essere sul mercato già lo scorso anno. Ma l’attacco di mosca ne ha limitato la produzione. La commercializzazione prenderà il via immettendo sul mercato 2/3000 litri contando, nei prossimi anni, di raddoppiare la produzione. Chi ha partecipato al progetto, ha investito in vari modi. Il Frantoio Pagliaia (capofila) ha acquistato nuovi macchinari, altre aziende agricole hanno ampliato i terreni adibiti ad oliveto, qualcuno ha fatto infoltimenti e qualcuno ha recuperato vecchi oliveti abbandonati. In totale ci sono 15 ettari di nuovi impianti (più di 5000 nuovi olivi di cultivare toscane) e per altrettanti è in corso il recupero.
Le caratteristiche dell’Olio Radicondoli
È stato introdotto un disciplinare con indicazioni sia per la raccolta che per i tempi di frangitura. L’Olio Radicondoli ha qualità chimico-fisiche di eccellenza: acidità inferiore a quella ammessa per le Dop e Igp e una altissima carica di polifenoli. Risultati possibili anche grazie alle tecnologie in frantoio.
“Le olive vengono raccolte e frante nel giro di poche ore e questo fa sì che l’acidità sia ridotta al minimo – racconta Pierangelo Beata, Frantoio Pagliaia – Per la raccolta inoltre viene valuta l’invaiatura dell’oliva. Quando sulla pianta è presente il 50-70% di olive invaiate c’è la massima carica di polifenoli. E a quel punto, le aziende partono con raccolta e frangitura in modo da avere l’olio con parametri organolettici e chimici di eccellenza”. L’80% del territorio coltivato è bio. “Il software realizzato da Aedit, spin off del Sant’Anna di Pisa, permette di avere con qualche giorno di anticipo un allarme su un probabile attacco di mosca in modo di avere il tempo per fare trattamenti bio ed evitare danni alle olive”.
Il frantoio
Il frantoio da una capacità di circa di 4 quintali all’ora è passato a 20. Sono state installate macchine di ultima generazione a partire dal frangitore monogriglia a martelli, che esalta gli aromi e i profumi e permette un tipo di rottura dell’oliva che lascia più polifenoli nel prodotto finale. Le gramolatrici Molinova poi, completamente chiuse, fanno sì che non ci sia contatto con l’aria esterna e non inizi l’ossidazione. Anche in questo modo si tiene bassa l’acidità nell’olio.
Hanno anche acquistato l’Oxi tester che permette di fare le analisi chimiche in frantoio per acidità, polifenoli e perossidi. Ed ancora, c’è il filtro a maniche in acciaio inox per il filtraggio dell’olio per chi vuole imbottigliare subito il prodotto e fare in modo che mantenga parametri costanti nel tempo eliminando le impurità.
Nella zona imbottigliamento ed etichettatura, un’altra novità è la possibilità di insuflare azoto o argon nelle lattine e bottiglie, per una conservazione ottimale del prodotto.
Sicuramente ci sarà una assunzione nel frantoio e la rete, che potrà ampliarsi, dovrà trovare una persona che si occupi della commercializzazione e logistica. Non solo. L’azienda capofila insieme all’Università di Siena e al Sansificio Caldini srl ha studiato anche il metodo per il recupero della polpa della sansa per farne un ammendante sotto forma di farina poi pellettizzata.