Per il quinto anno consecutivo torna a Firenze il festival “I Poeti del Piano Solo” dedicato ai grandi maestri del pianoforte contemporaneo, organizzato da Musicus Concentus in collaborazione con l’Associazione Something Like This.
La rassegna che ha direzione artistica del pianista Stefano Maurizi e di Fernando Fanutti presidente del Musicus Concentus, si svolgerà in quattro giornate dal 9 al 12 maggio.
I concerti si terranno il diverse location: oltre alla Sala Vanni e al Museo dell’Opera del Duomo, per la quinta edizione si aggiunge la Terrazza Belvedere del Giardino Bardini, gioiello nascosto che offre una prospettiva unica su Firenze.
Il festival prende il via giovedì 9 maggio al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze con il concerto di Omer Klein.
Omer Klein è un pianista e compositore jazz nato in Israele nel 1982. Sin da giovane ha dimostrato un talento eccezionale per la musica, ricevendo una formazione classica e sviluppando un interesse per il jazz durante l’adolescenza. Ha studiato al New England Conservatory di Boston, affinando la sua tecnica e la sua comprensione del linguaggio musicale, per poi trasferirsi a New York, dove ha studiato con Fred Hersch e ha consolidato la sua reputazione sulla scena jazzistica internazionale.
La sua musica è una fusione unica di jazz, influenze etniche e tradizioni musicali ebraiche: un mix che riflette la sua diversificata formazione e la sua vasta gamma di interessi musicali. La sua tecnica pianistica è virtuosistica, ma è la sua capacità di comunicare emozioni profonde e la sua creatività nell’improvvisazione che lo distinguono come musicista.
Venerdì 10 maggio in Sala Vanni arriva Grégory Privat. Nato a Martinica nel dicembre 1984, Grégory Privat è il figlio del pianista José Privat, componente del gruppo caraibico Malavoi, riconosciuto a livello internazionale. Attratto dal pianoforte sin da giovane, ha preso lezioni private da quando aveva 6 anni e si è dedicato all’apprendimento classico prima di concentrarsi sulle tecniche di improvvisazione e sul jazz.
In seguito alla sua partecipazione al Montreux Jazz Festival e alla Martial Solal Competition, nel 2011 pubblica il suo primo album Ki Koté. È però con Tales of Cyparis, album del 2013 ispirato alla storia di Louis-Auguste Cyparis, unico prigioniero a sopravvivere all’eruzione del Mountain Pelée nel 1902 poi entrato a far parte del Barnum Circus, che Grégory Privat inizia a essere considerato uno dei più promettenti musicisti della nuova scena jazz. Status poi confermato dall’uscita nel 2015 del suo terzo album Luminescence in duo con Sonny Troupé, percussionista e partner fedele, grande maestro della musica Gwoka.
Nello stesso anno, Grégory entra a far parte del quartetto Liberetto del bassista svedese Lars Danielsson, che lo esorta a firmare con l’etichetta ACT: l’album Family Tree con il suo primo trio composto da Tilo Bertholo alla batteria e Linley Marthe al basso, viene pubblicato da questa prestigiosa etichetta a ottobre 2016. Tre anni dopo, alla ricerca di libertà e indipendenza artistica, Grégory crea la sua propria label Buddham Jazz, con la quale produce e registra l’album Soley nel 2020 con Chris Jennings al bass e Tilo Bertholo alla batteria. Nel 2022, Gregory Privat ha pubblicato l’album Yonn, che significa “Uno” in creolo: è la prima volta che il pianista martinicano realizza un album di pianoforte solo. Il 2 febbraio 2024 è uscito il suo nuovo album in trio Phoenix e nel mese di marzo è stato insignito del prestigioso Prix Django Reinhardt dall’Académie du Jazz come musicista francese dell’anno.
Il giorno dopo sabato 11 maggio Fred Hersch in concerto sempre alla Sala Vanni. Fred Hersch è una forza creativa che ha plasmato il corso della musica per oltre tre decenni come improvvisatore, compositore, educatore, bandleader, collaboratore e artista discografico. È stato proclamato “il pianista più sorprendentemente innovativo del jazz nell’ultimo decennio” da Vanity Fair e “una leggenda vivente” dal New Yorker.
Quindici volte candidato ai Grammy, Hersch ha regolarmente ottenuto i premi più prestigiosi del jazz. Per quanto versatili ed esplorative possano essere le sue escursioni in trio e in duo, come quella con il trombettista Enrico Rava, in nessun altro luogo la gamma sconfinata e la diversità emotiva dell’arte di Hersch sono così evidenti come nelle sue performance solistiche mozzafiato.
Il JazzTimes ha salutato il suo modo di suonare senza accompagnamento come “una forma d’arte completa, autosufficiente e unicamente pura”, mentre All About Jazz ha osservato che “quando si tratta dell’arte del pianoforte solista nel jazz, ci sono due classi di esecutori: Fred Hersch e tutti gli altri”.
Conclude al rassegna al tramonto, domenica 12 maggio Stefania Tallini nella splendida location della Terrazza Belvedere del Giardino Bardini.
Stefania Tallini è una delle più apprezzate pianiste e compositrici jazz, per il suo originale linguaggio pianistico e compositivo in cui si fondono influenze provenienti dal jazz, dalla musica classica e da quella brasiliana.
Autrice di 12 dischi a suo nome, nella sua carriera ha collaborato con grandi personalità del panorama mondiale (tra cui Jaques Morelenbaum, Gregory Hutchinson, John Taylor ed Enrico Pieranunzi) e si è esibita più volte nell’ambito dei Concerti del Quirinale oltre che nei più importanti festival internazionali in Italia, Francia, Germania, Lituania, Stati Uniti ed Israele.
Nelle sue esibizioni in piano solo esprime al meglio il suo peculiare mondo compositivo, oggi sempre più maturo e personale. Un caleidoscopio di sonorità diverse che, unito a un impeccabile padronanza tecnica e una profonda interpretazione emotiva, l’hanno resa “una compositrice di grande inventiva”, come l’ha definita la rivista The Wire.