Venticinque nuove pietre d’inciampo nelle strade fiorentine per ricordare le vittime delle deportazioni naziste e fasciste, come segnali per indicare le loro ultime abitazioni prima di essere uccisi. Simboli che tracciano un vero e proprio percorso della memoria e che sono frutto di un progetto nato nel 2019 dalla collaborazione tra la Comunità Ebraica di Firenze e dal Comune.
“Nonostante la pandemia abbiamo voluto rinnovare questo appuntamento – ha dichiarato l’assessore alla Memoria del Comune di Firenze, Alessandro Martini –. Queste piccole pietre rappresentano una testimonianza che ci aiuta a non dimenticare”. La cerimonia – a cui ha partecipato anche l’assessora regionale alla Cultura della Memoria Alessandra Nardini, Enrico Fink presidente della Comunità Ebraica di Firenze oltre ai familiari e di rappresentanti di Aned, Anpi, Museo della Deportazione di Prato – dà il via alle iniziative in vista del Giorno della Memoria del 27 gennaio.
“Ci stiamo avvicinando al Giorno della Memoria – ha aggiunto l’assessora Nardini – e vogliamo ribadire il nostro impegno a non dimenticare e a far sì che l’orrore della Shoah, delle persecuzioni nazifasciste, il periodo più buio e vergognoso del Novecento, non si ripeta mai più. Le pietre d’inciampo sono importantissime, come lo sono i simboli e i monumenti che ci obbligano a ricordare, a non perdere coscienza di ciò che è stato, nelle nostre strade, nelle nostre piazze, nelle case in cui ancora oggi abitiamo, nei fondi dove oggi ci sono negozi in cui facciamo acquisti. Le pietre servono a far inciampare la nostra memoria, a farla soffermare, a impedirle di tirare dritto, di ignorare o dimenticare”.
Le targhe in ottone sono realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig e sono incastonate su cubetti di cemento che vengono incassati nel selciato di fronte all’ultima abitazione della vittima. A Firenze le prime undici apposizioni sono state effettuate il 9 gennaio 2020, a cui si sono aggiunge le 13 collocate il 23 gennaio dello stesso anno e le 24 del maggio 2021.
I nomi delle vittime delle deportazioni
Martedì 18 gennaio ne sono state apposte 25: in via delle Oche 11 la posa della pietra in ricordo di Diodato Gastone Sadun; in via degli Speziali 3 c’è la pietra dedicata a Angela Todesco Benedetto; in piazza Santo Spirito 9 per Rudolf Levy e in via Mannelli 25 per Archimede Piani. Poi in via Capo di Mondo 50 il ricordo di Oliviero Della Torre, Anna Lina Fiano, Massimo Della Torre, Manlio Della Torre e in via Manin 3 per Annetta Disegni Vogelmann e Sissel Vogelmann. In via Masaccio 76 le pietre sono per Gina Cave Bondì, Elena Segré, Giulio Segré, Lidia Segré e in via Duprè 51 per Leone Camerino.
Le pose proseguiranno anche giovedì 20 gennaio: in via Giampaolo Orsini 51 con la pietra dedicata a Bruno Baldini; in Corso Italia 19 in memoria di Gastone Volterra; in via Fratelli Rosselli 78 saranno ricordati Alberto Guetta e Pierluigi Guetta; in via Alamanni 9 Piero Viterbo; le pietre in piazza Vieusseux saranno dedicate a Enrico Castelli e Olga Renata Castelli e l’ultima cerimonia in via Trieste 20 per Elena e Ernesto Calò.
Cosa sono le Pietre d’inciampo
L’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig, in memoria di cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti, è partita negli anni Novanta del secolo scorso e si è diffusa poi in diversi paesi europei. Si tratta di piccole targhe di ottone (in tedesco “Stolpersteine”), della dimensione di un sampietrino (10 cm x 10 cm), poste dai familiari di discendenti in ricordo delle vittime delle deportazioni.
Dal 1992 sono state poste più di 70.000 pietre in tutta Europa. Collocate davanti a edifici dove il deportato visse o fu catturato, di questi ne recano il nome, l’anno di nascita, la data, il luogo della deportazione e la data di morte. Scopo dell’iniziativa è preservare la memoria delle deportazioni, e l’inciampo rappresenta metaforicamente un invito alla riflessione.
Il progetto, arrivato anche a Firenze, è stato fortemente voluto dalla Comunità Ebraica di Firenze, grazie alla tenacia e all’impegno di Daniela Misul, presidente della Comunità ebraica di Firenze scomparsa a Firenze l’8 agosto 2019, e dal Comune.