Un nuovo hub vaccinale, in grado di somministrate fino a mille dosi di vaccino anti-covid al giorno. La struttura in via Leopoldo Giuntini 40, attiva da lunedì scorso, è grande ben 500 metri quadrati ed è stata concessa in comodato d’uso gratuito dalla Fondazione Sesa.
“Un centro vaccinale di eccellenza che garantirà al pieno delle capacità mille vaccinazioni al giorno”, ha detto il presidente Eugenio Giani in visita oggi insieme al dg dell’Ausl Toscana centro, Paolo Morello Marchese. Il nuovo hub di Empoli è il terzo in Toscana per capacità di vaccinazione, dopo il Mandela Forum di Firenze, che può arrivare fino a 4mila dosi al giorno, e lo stabilimento dell’ex Breda di Pistoia, che arriva fino a 1.500.
“La struttura – ha aggiunto Giani – consente di svolgere una funzione molto importante nella fase della vaccinazione di massa, quando avremo la possibilità di avere vaccini per dare lo sprint e il salto di qualità da tempo auspicato”.
Oggi somministrate 50mila dosi in tutta la Toscana
A pochi giorni dall’arrivo del generale Figliuolo in Toscana, in regione oggi vengono “somministrati 50mila vaccini Astrazeneca, perché proprio oggi sarà fatta la prova generale delle 500mila dosi da somministrare giornalmente in Italia”. “Ci avevano criticato – ha poi aggiunto il presidente – perché eravamo partiti lenti con gli over 80, oggi siamo secondi in Italia, dopo il Veneto: le uniche due regioni che hanno effettuato oltre il 94 per cento di somministrazioni di vaccini agli over 80. Faremo la nostra parte con tutti gli altri, con i superfragili, i 70-79enni, e oggi siamo una delle regioni prescelte per dare quella spinta grossa ai 500mila in un giorno”.
La speranza dai monoclonali di Toscana Life Sciences: efficaci contro le varianti
Intanto, sempre sul fronte della battaglia contro il Covid, una buona notizia arriva da Rino Rappuoli, coordinatore della ricerca sugli anticorpi monoclonali di Toscana Life Sciences. Potrebbero essere disponibili nell’arco di due mesi gli anticorpi monoclonali 2.0 che resistono alle varianti.
Tls ha iniziato a lavorare sugli anticorpi a marzo 2020. “Rispetto ad altri di prima generazione – ha sottolineato il ricercatore – abbiamo optato su monoclonali molto potenti, che possono esser dati in basse dosi per via intramuscolo e non solo endovena”. Altro obiettivo è garantire un prezzo accessibile, da utilizzare non solo per “persone a altissimo rischio, ma anche da persone particolarmente fragili che devono guarire velocemente”. Non solo. “Proveremo a usare i nostri monoclonali anche in pazienti gravi, dove altri hanno fallito, perché abbiamo modificato l’anticorpo in modo che non provochi ulteriori danni con l’infiammazione”. Quanto all’efficacia contro le mutazioni del virus, il monoclonale italiano, a differenza di altri, ha concluso Rappuoli, “non è sensibile alle varianti, è il più potente al mondo sviluppato finora e riesce neutralizzare con la stessa potenza la variante inglese, brasiliana e sudafricana”.