È il regno della carne e dello chef Simone Rugiati. Da alcuni giorni ha aperto a Campi Bisenzio in via Pasolini Carnam ciccia club. Una braceria toscana dove la carne rossa è davvero trattata come una regina, con tanto di corona.
Il concept del ristorante porta la firma dello chef e conduttore tv di Santa Croce sull’Arno. Ha avuto carta bianca per l’inaugurazione del club della ciccia nella Piana fiorentina. Senza deludere le aspettative degli amanti delle bistecche alla fiorentina.
“In genere quando prendo la consulenza di un posto non ho mai carta bianca. Qui mi hanno detto “noi vogliamo la bistecca pazzesca. E tu fai quello che vuoi ma non toccare la cella frigo – ha raccontato Simone Rugiati al “Gambero Rosso”-. La terza generazione di una dinastia di macellai è venuta da me perché voleva un ristorante vero, non la solita bottega con cucina. Un posto con una cella dry aged monumentale, che contiene 80 lombate ed è la prima cosa che vedi entrando. Un luogo che quando sono entrato era vuoto e di cui ho deciso ogni particolare, dal design ai vini, e ovviamente ai fornitori”.
Un locale “toscano fino all’osso”
Il locale ha scelto come motto un perentorio “toscano fino all’osso“. Circa 80 i posti a sedere per gustare bistecche di Pezzata Rossa, Angus, Chianina, vacca Caliga, scottona Simmenthal, Wagyu marchiato Kobe che vengono frollate a regola d’arte e poi sottoposte a una cottura “primitiva“. “Lungo un circolo secondo il quale dalla cella madre viene portata in una teca che la porti a una temperatura più alta, poi sulle griglie per arrivare a quella corretta, infine sui carboni e alla finitura in forno a legna” sottolinea lo chef.
Le proposte per vegetariani e vegani
Rugiati non ha rinunciato a sbizzarrirsi e negli starter ecco tartare espresse battute al coltello e “iniezioni” di carne cruda condita. Per accontentare tutti nel ciccia club non mancano le proposte veg. Come “un megafelafel tipo hamburger dedicato a vegetariani e vegani che, al contrario di quanto si possa pensare, qui dentro hanno grande margine di soddisfazione. Io sono da sempre molto attento alla parte vegetale: qui come contorno serviamo insalate fresche e verdure che crescono nella serra idroponica e il pasto inizia sempre con un pinzimonio. D’altronde sono del parere che di carne se ne debba mangiare poca e ogni tanto, purché sia eccellente” conclude lo chef nell’intervista al Gambero Rosso.
La carta dei vini premia le etichette del territorio e i Supertuscan più noti che non possono mancare accanto a una selezione di gin e vodke per la proposta mixology.