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A 550 anni dalla nascita di Michelangelo: in Santa Croce restaurata la lapide tombale

In occasione dell’anniversario della nascita di Michelangelo l’Opera di Santa Croce ha restaurato con l’Opificio delle Pietre Dure la lastra tombale della famiglia Buonarroti. Il lavoro è stato possibile grazie a un intervento di fundraising che ha coinvolto oltre cento donatori da tutto il mondo

Lapide della famiglia Buonarroti in Santa Croce

In occasione del 550° anniversario della nascita di Michelangelo nella chiesa di Santa Croce a Firenze è stata restaurata la grande lapide tombale della famiglia Buonarroti sotto cui è sepolto l’artista.

L’intervento, promosso dall’Opera di Santa Croce e condotto dall’Opificio delle Pietre Dure, viene presentato il 6 marzo giornata in cui nella basilica si celebra l’anniversario con la deposizione di una triplice corona di alloro presso il monumento funebre di Michelangelo.

Strettissimo il legame che univa i Buonarroti a Santa Croce, il loro quartiere. A fianco del monumento a Michelangelo si trova l’altare di famiglia, fondato nel 1570, e davanti ad esso c’è la lapide tombale.

Il Monumento funebre a Michelangelo: il restauro

Il monumento funebre a Michelangelo, progettato da Giorgio Vasari, è stato restaurato nel 2018 attraverso un intervento di fundraising che ha coinvolto oltre cento donatori da tutto il mondo, a testimonianza dell’ammirazione che l’artista continua a suscitare.

La singolare lastra tombale, realizzata a intarsio, è suddivisa in tre riquadri di marmo bianco di Carrara, delimitati da una fascia di serpentino verde di Prato.

È composta da due stemmi della famiglia – nei riquadri laterali – a forma di scudo accartocciato inclinato con due bande gialle (d’oro) su campo azzurro, in alto il lambello araldico (striscia rossa) simbolo dei d’Angiò, distintivo della parte guelfa, poi le lettere L e X su concessione di Leone X per i meriti dello stesso Michelangelo.

Al centro – in corrispondenza della botola – è raffigurato un vaso decorativo. Numerose le pietre toscane utilizzate, oltre al marmo bianco di Carrara, il bardiglio, il giallo di Siena, la pietra alberese, il rosso Maremma, la breccia medicea.

La tarsia nel corso del tempo è stata danneggiata dall’usura ma anche dalla violenza dell’alluvione del 1966.

Il restauro ha preso avvio dalla pulitura, a cui è seguito il consolidamento delle sezioni lapidee interessate da disgregazione e fratturazione, la stuccatura delle lacune di minima entità e un intervento integrativo per una grande lacuna del riquadro sinistro.

Lapide tombale Michelangelo Buonarroti
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