Il numero dei posti letto in Toscana è cresciuto fra il 2010 (anno di maggior impatto della crisi economica) al 2018 del 9,1% passando da 520.000 circa a oltre 565.000. Crescita a due cifre, nello stesso periodo, per le imprese del settore, + 21,5%, che passano da 13.300 a 16.200. È la fotografia del sistema dell’accoglienza in Toscana stilato su un report degli uffici regionali dell’assessorato alle attività produttive e turismo della Regione prendendo in considerazione i dati ufficiali dall’anno 2010 all’anno 2018.
Dai dati emerge anche che in otto anni gli alberghi diminuiscono sia in numero (-7,1%) che in posti letto (-2,5%), crescono le altre strutture alberghiere come Rta e residence (+8,6% in numero e +7,3% in posti letto), stabili sostanzialmente i campeggi e i villaggi turistici (+0,9% in numero +2,7% in posti letto).
Esplode invece la ricettività extralberghiera, +47,1% in numero e +27% in posti letto, segnando anche una frammentazione ulteriore di questa offerta. Si tratta di affittacamere, alloggi e b&b, residenze d’epoca, case vacanze (che rappresentano la componente principale in numero di posti letto offerti), ostelli e case per ferie. E, infine, crescono fortemente gli agriturismi (+10,4% in numero ma ben +40,5% in posti letto).
Per il settore alberghiero nello specifico diminuiscono fortemente gli alberghi a 1 e 2 stelle (-15% e -19% rispettivamente) e calo di quasi 100 strutture anche per i 3 stelle (-6,8%), una diminuzione non compensata né dall’aumento dei 4 stelle (+5%) né dall’aumento dei 5 stelle (+37,3%) che testimoniano, comunque, di un interessante rapporto con una domanda di livello alto e lusso.
Il dato più significativo è che complessivamente nel periodo 2010/2018 il numero degli hotel diminuisce di quasi 200 strutture passando da 2732 a 2538. “Se da un lato – ha dichiarato l’assessore toscano al turismo Stefano Ciuoffo – i flussi del movimento turistico regionale presentati qualche giorno fa ci forniscono il dato dei 22mila posti di lavoro generati con quello della chiusura di quasi 200 alberghi in 8 anni abbiamo la grandezza del fenomeno che il turismo sta vivendo, che impone un cambio di mentalità nel fare impresa in questo settore. Un fenomeno che spinge a nuova imprenditorialità e crea nuovi tipi di profili professionali e richieste lavorative nei servizi e non più nella semplice gestione di una piccola struttura a una o due stelle. È il dinamismo che dobbiamo cogliere per non rimanere indietro e governare un settore che corre”.