È stato approvato dalla Giunta regionale della Toscana il riparto del fondo nazionale per il sistema integrato di educazione dalla nascita fino a sei anni, che attribuisce alla Regione 14,4 milioni di euro per il 2019. La Regione ha destinato il riparto di queste risorse statali al sostegno del comparto zero-sei e in particolare dei servizi per la prima infanzia, con l’abbattimento delle rette dei nidi.
“Le risorse sono statali, ma le Regioni devono stabilirne la programmazione. Noi abbiamo deciso di utilizzare l’intera cifra, oltre 14 milioni, prioritariamente per l’abbattimento delle rette dei nidi – commenta l’assessore regionale all’istruzione Cristina Grieco – questa misura si accompagna a quella dei buoni scuola finanziati dalla Regione e finalizzati all’abbattimento delle rette delle scuole paritarie dell’infanzia”.
Lo scopo della misura è consolidare ed ampliare la rete dei servizi educativi per l’infanzia a titolarità pubblica e privata convenzionata anche per favorire la riduzione della soglia massima di partecipazione economica delle famiglie alle spese di funzionamento dei servizi educativi per l’infanzia pubblici e privati. I destinatari delle azioni sono i bambini in età utile per la frequenza di servizi per la prima e seconda infanzia residenti in Toscana.
“Lo scopo concreto è ridurre le tariffe dei servizi per la prima infanzia nell’ambito dell’offerta pubblica integrata come la gestione comunale diretta, indiretta e convenzionata”, precisa l’assessore Grieco. Tale intervento dovrà tener di conto del bonus nido previsto nella legge finanziaria statale per l’anno 2020.
“Si amplierà l’offerta dei servizi per la prima infanzia comunali a gestione diretta o indiretta – conclude Grieco – per ampliamento dell’offerta si intende l’estensione dell’orario di fruibilità del servizio da parte delle famiglie. Tuttavia l’accento è posto sulla riduzione del carico che le famiglie ancora sostengono per il pagamento delle tariffe dei nidi e delle rette applicate dalle scuole dell’infanzia paritarie comunali e paritarie private. Tale riduzione dovrà tener di conto degli interventi regionali di supporto alle famiglie come i buoni scuola”.