Secondo i dati dello studio Ipsad (Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs) relativi al 2017-2018, il 42,8% della popolazione italiana di età compresa tra i 15 e i 64 anni (17 milioni di persone) ha giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi, quasi 15 punti percentuali in più rispetto alla precedente rilevazione (2013-2014). In particolare: il 51,1% degli uomini e il 34,4% delle donne. Per quanto riguarda la Toscana, i dati dell’Ars (Agenzia regionale di sanità) ci dicono che la prevalenza di giocatori patologici e problematici coinvolge dallo 0,5 al 7,6% della popolazione. Esistono segmenti di popolazione più vulnerabili, come nel caso degli adolescenti. Tra i giovani, la prevalenza di comportamenti problematici legati al gioco è più alta rispetto alla popolazione generale (5-6%). I maschi giocano in misura quasi doppia rispetto alle femmine. I giochi preferiti: Gratta&Vinci (66%), scommesse sportive (54%), biliardo e altri giochi di abilità (49%). I luoghi dove giocano: ricevitorie, sale da gioco, bar e circoli (90,1%); on line (17,7%); case private (45,4%). Secondo il test screening Lie/Bet Q condotto da Ars, si stimano 13.000 adolescenti toscani a rischio.
In Toscana, nel 2017 (fonte Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato), la raccolta di denaro da gioco è arrivata a 4,8 milioni di euro, con una vincita pari a 3,7 milioni di euro e una spesa di oltre 1 milione di euro. Nello stesso anno la spesa pro capite calcolata è pari a circa 1.304 euro, mentre a livello provinciale si conferma il record di Prato, in cui la spesa media per l’azzardo è stata di 2.948 euro pro capite. Seguono le province di Massa Carrara (1.492), Lucca (1.403), Pistoia (1.325), Livorno (1.255), Firenze (1.188), Arezzo (1.108). Le province più virtuose sono invece quelle di Grosseto (1.108), Pisa (1.006) e Siena (888). Montecatini Terme è il comune dove si gioca di più, la spesa dedicata ai differenti giochi è di 6.067 euro pro capite (quasi cinque volte di più della media regionale).
Per far fronte all’emergenza del gioco d’azzardo patologico la Regione Toscana ha realizzato la campagna di sensibilizzazione “Quando la vita è un gioco è in gioco la vita” che partirà lunedì 18 febbraio e durerà un mese con un costo di 180.000 euro. La campagna comprende grandi affissioni su strada, dinamica bus e tramvia, arredo urbano su tutto il territorio regionale; pagine sui quotidiani regionali cartacei e online; 8 passaggi al giorno su una ventina di emittenti radiofoniche; banner sponsorizzato su Facebook, Twitter e Instagram. Brochure informative saranno distribuite sul territorio nelle Aziende sanitarie e alle Società sportive.
Il numero verde 800 88 15 15 è in funzione dal lunedì al venerdì, con orario 9-18. All’altro capo del filo ci saranno psicologi-psicoterapeuti. Nell’ambito della campagna, è stato realizzato anche il logo No slot, che verrà dato a tutti gli esercizi pubblici che ne faranno richiesta e che scelgono di non installare le macchinette popolarmente definite “mangiasoldi”, cioè apparecchi e congegni per il gioco, lecito, con vincite di denaro. I Comuni dovranno poi verificare che circoli ed esercizi che espongono il logo rispettino gli impegni presi: se in un locale No slot saranno trovati apparecchi per il gioco, il Comune dovrà rimuovere la vetrofanìa e comunicare il fatto alla Regione, che cancellerà il locale dall’elenco.
“La dipendenza dal gioco d’azzardo – ha detto l’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi – sta diventando sempre più preoccupante, perché coinvolge un numero crescente di persone di tutte le età e di tutte le fasce sociali, che si lasciano tentare dal gioco, fino a far diventare questa passione una vera patologia. La Toscana è stata tra le prime regioni che hanno cercato di dare risposte alla crescente domanda di aiuto, sia delle persone entrate ormai nel vortice del gioco d’azzardo patologico, che dei loro familiari. Abbiamo messo in campo tante iniziative, tanti progetti, e costruito una rete territoriale in grado di farsi carico delle persone e delle lo ro famiglie. Ora abbiamo deciso di lanciare questa campagna di sensibilizzazione e informazione – spiega Stefania Saccardi -, rivolta a tutta la popolazione, ma in particolare alle categorie a rischio: giovani, persone disagiate. Della campagna fa parte anche un numero verde: invito tutte le persone che vogliono aiuto per liberarsi dal gioco patologico, e i loro familari, a chiamarlo. All’altro capo del filo troveranno persone esperte e preparate in grado di aiutarle”.