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Stranieri in Toscana: il 73% vive qui da almeno dieci anni, il 15% ci è nato

I numeri del rapporto di Irpet mostrano che nella regione in tutto sono 464mila gli stranieri, meno del 12% della popolazione

Gli stranieri che vivono in Toscana sono in Italia da molto tempo: due su dieci ci risiedono da prima del 2000, il 73% da almeno dieci anni. Lavorano, pagano le tasse, hanno messo su casa e famiglia. Su cento, quindici sono nati proprio in Italia e in gran parte sono ancora bambini o minorenni.
In tutto Toscana non sono più del 12% della popolazione presente: poco meno di 464mila persone. Rumeni, albanesi e cinesi più numerosi degli altri. E tra questi è compreso anche chi (si stima il 7,5%) è privo di qualsiasi permesso o ce l’aveva e gli è scaduto.

Questa la fotografia scattata dal rapporto realizzato dall’Irpet assieme a Caritas italiana, Fondazione Leone Moressa e Centro Studi Idos e Neodemos, che è stato presentato oggi a Firenzesdurante seminario, organizzato in collaborazione anche con Anci Toscana (l’associazione dei Comuni), che si è svolto a Palazzo Strozzi Sacrati ed è stata l’occasione per presentare anche l’Osservatorio sull’immigrazione di cui la Regione, da pochi mesi, ha deciso di dotarsi: per indagare meglio un fenomeno affidato troppo spesso a errate percezioni o a statistiche solo parzialmente sistematizzate.

“Quel che appare evidente è che la presenza degli stranieri è qualcosa di ben lontano da un’invasione – ribadisce l’assessore all’immigrazione della Toscana, Vittorio Bugli – negli ultimi anni sono sostanzialmente cresciuti solo per via dei nati in Toscana e i numeri ci dicono peraltro che il trend, dovuto ad una diminuzione delle nascite, sta ora rallentando. In ogni caso si tratta di persone già molto legate (e in modo duraturo) al territorio in cui vivono”.

Falsa – e contraddetta dai dati – sarebbe anche la rappresentazione per cui gli stranieri che vivono in Toscana e in Italia ricevano più sostegni ed agevolazioni pubbliche di quanto versino come tasse e contributi. I numeri dicono infatti che tra pensioni e sussidi di disoccupazione gli italiani ricevono sette volte il valore di quanto entra in tasca degli stranieri e che la differenza tra quanto versato e quanto ricevuto è doppia (e dunque più vantaggiosa) per gli italiani rispetto agli stranieri. E questo accade nonostante la maggiore presenza di ‘poveri assoluti’ (il 17-18% contro il 3% degli italiani) e nonstante che gli stranieri guadagnino meno in termini assoluti: il 31% in meno in Italia, il 23% in Toscana. A volte accade per motivi riconducibili a età e titolo di studio, altre volte è indice – racconta sempre Irpet – di un trattamento discriminatorio, che Toscana riguarderebbe comunque solo due casi su dieci rispetto ad una media nazionale che è più del doppio.

L’Osservatorio regionale sull’immigrazione ha già prodotto due note e studi da giugno: la prima sui numeri degli stranieri, la seconda sul reddito ed accesso al welfare. “Ci aiuteranno a capire meglio fenomeni e situazioni, per calibrare nel modo migliore politiche e interventi ” spiega l’assessore Bugli. “Vogliamo studiare l’immigrazione in maniera scientifica – aggiunge – Abbiamo bisogno di uno strumento che ci aiuti a capire le caratteristiche delle persone che arrivano da altri paesi, come si inseriscono nella nostra comunità, come ne conoscono i servizi e la loro capacità di usarli, ma anche capire quali sono le preoccupazioni dei cittadini e avere gli strumenti per distinguere tra realtà e allarmismi che spesso si manifestano in modo improprio e strumentale”.

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