Non c’ha messo un granché Wikipedia ad aggiornare la biografia di David Sassoli. Anzi, David Maria Sassoli. Perché anche se lo conosciamo solo col primo dei due nomi, la precisione a volte è un valore aggiunto. Proprio sulle pagine dell’enciclopedia libera leggiamo quel che forse in molti sanno già. Ovvero che è nato a Firenze il 30 maggio del 1956, che è un giornalista e conduttore televisivo, che è politico italiano. E poi eccolo lì, l’aggiornamento. Sta di nuovo tutto in quella prima riga: “attuale presidente del Parlamento europeo”.
È già, presidente del Parlamento europeo. Inizio del mandato: 3 luglio 2019, cioè oggi. Il suo nome era stato indicato in nottata, quando ormai la discussione si stava facendo più concitata. Alla fine per i socialdemocratici non ci sono stati più dubbi. Il candidato era lui. E su David Sassoli – anzi, su David Maria Sassoli – a Strasburgo si sono espressi in seduta plenaria.
Che la scelta potesse essere premiata si è capito quando alla prima votazione l’elezione è sfumata per soli sette voti. Ma al secondo scrutinio Sassoli (esponente Pd che a Strasburgo appartiene al gruppo Pse) ce l’ha fatta ottenendo la maggioranza assoluta (332 dei 662 voti validi). A seguire, nelle preferenze, Zahradil (162 voti), Keller (133) e Rego (42).
Una vittoria che il parlamento italiano ha accolto con un applauso dopo l’annuncio di Emanuele Fiano, deputato e collega di partito. Reazione opposta quella del ministro dell’interno Matteo Salvini, che non ha nascosto il suo disappunto.
«Un onore immenso. Una sfida grande» scrive Sassoli su facebook. Il suo volto è ben noto non solo ai toscani, ma anche e soprattutto agli spettatori del Tg nazionale di Rai Uno, che magari lo ricordano per il mezzobusto e per quel volto geneticamente adatto al ruolo di anchorman. Sassoli, laureato in scienze politiche all’Università di Firenze e tifoso della Fiorentina, ha mosso i primi passi da giornalista proprio nel capoluogo toscano prima di fare il grande salto nella redazione centrale del quotidiano Il Giorno.
Le sue idee sono chiare da tempo. Giusto un paio di anni fa, intervistato da intoscana.it, ci disse che all’Europa mancavano due cose. La prima è una questione legata stretta al tema della consapevolezza. «Occorre conoscerla un po’ di più, questa Europa» chiosò Sassoli. «Perché se uno la conoscesse, capirebbe che non ne può fare a meno». Il secondo punto? Be’, attuale. Anche a leggerlo due anni dopo. «Sono sempre più necessari integrazione, solidarietà, democrazia».