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Dalle mascherine al contagio, 5 cose da sapere sul coronavirus

Regole igieniche di base, sintomi, percentuali di rischio secondo l’Oms e raccomandazioni per gli anziani: ecco 5 informazioni utili sul Covid-19

1. COME E QUANDO INDOSSARE LA MASCHERINA
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di indossare la mascherina solo se si sospetta di avere contratto il Covid-19 e in presenza di sintomi come gli starnuti o la tosse, oppure nel caso in cui ci si prenda cura di una persona con sospetta infezione da coronavirus. La mascherina non è necessaria in assenza di sintomi di malattie respiratorie e comunque da sola non basta: bisogna sempre ricordarsi di lavarsi correttamente le mani. Inoltre non è utile indossare più mascherine sovrapposte.
Nel caso in cui si utilizza la mascherina, c’è un procedura corretta per indossarla. Prima bisogna lavarsi le mani con acqua e sapone o con una soluzione alcolica, poi coprire bocca e naso con la mascherina, facendola aderire bene al viso. Una volta indossata è importante non toccare più la mascherina e in caso lavarsi di nuovo le mani.
Quando diventa umida va sostituita con una nuova e non va riutilizzata, perché è monouso. Per toglierla va presa dall’elastico, gettata in un sacchetto chiuso e infine bisogna lavarsi le mani.

2. REGOLE IGIENICHE DI BASE
Abbiamo capito che è indispensabile lavarsi spesso le mani per prevenire l’infezione, ma come? È bene farlo in maniera accurata per almeno un minuto con acqua e sapone e in mancanza di questi utilizzando un disinfettante a base di alcol: deve avere una concentrazione di alcol almeno del 60%.
Dalle prime informazioni sembra che il Covid-19 possa sopravvivere alcune ore sulle superfici, quindi si può neutralizzare utilizzando disinfettanti che contengono alcol (etanolo) al 75% o a base di cloro all’1% (la candeggina).

lavarsi mani igiene

3. SINTOMI E MODALITÀ DI TRASMISSIONE
I sintomi del Covid-19 sono simili a quelli dell’influenza e includono febbre, raffreddore, tosse, difficoltà respiratorie. Alcune persone si infettano ma non sviluppano sintomi né malessere e secondo l’Oms la maggior parte (circa l’80%) guarisce senza bisogno di particolari cure.
Il periodo di incubazione – ovvero quello che passa tra il contagio e lo sviluppo dei sintomi – si stima che possa variare tra i 2 e gli 11 giorni fino a un massimo di 14 giorni.
Il coronavirus si trasmette da persona a persona tramite un contatto stretto:
la via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette tramite la saliva, tossendo e starnutendo, o tramite la mani, toccando con le mani contaminate e non lavate bocca, naso e occhi.

4. LE PERCENTUALI DI RISCHIO
Da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità il calcolo della percentuale del rischio di morte se infettati da Covid-19 evidenzia che al primo posto con il 14,8% di rischio c’è la fascia degli ultraottantenni, percentuale che scende all’8% tra i 70 e i 79 anni per poi crollare, sempre come percentuale di rischio di mortalità, al 3,6% tra i 60 e i 69 anni, all’1,3% tra i 50 e i 59 anni per arrivare a zero vittime nella fascia tra 0 e 9 anni.
Infatti anche in Italia è quella degli anziani la fascia di popolazione più fragile in Italia rispetto alla Covid-19. Undici le vittime, secondo l’ultimo bilancio: tutti avanti con l’età e con patologie pregresse. Mentre dall’influenza “possiamo proteggerli con il vaccino” non essendoci il vaccino per il Coronavirus “c’è la mortalità”. “L’unica maniera per proteggerli è circoscrivere i focolai come si sta facendo”. A tracciare il quadro è stato il direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Giovanni Rezza che spiega: “In Italia c’è una popolazione anziana e si spiegano così i tassi di mortalità del 2-3 per cento. Gli anziani sono più fragili, lo vediamo con l’influenza”.

5. LE RACCOMANDAZIONI PER GLI ANZIANI
Dai geriatri italiani arrivano le raccomandazioni per gli anziani. “Nell’anziano l’infezione da Covid-19 può essere più aggressiva, come per altre infezioni virali, perché la senescenza del sistema immunitario e le malattie croniche espongono gli individui in età avanzata a un rischio non di maggior contagio ma di sviluppare un’infezione decisamente più grave”, spiega Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg). I consigli sono di non esporsi al freddo, che facilita la diffusione del virus, e di essere attenti ai sintomi per valutarli “con razionalità e senza paura”. Febbre, astenia con eventuali dolori muscolari e – meno – tosse secca sono i sintomi classici. “L’impronta prettamente respiratoria (affanno e tosse con catarro) non è comune all’esordio, lo diviene tardivamente”. 

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