«I tagli di questi anni alla sanità? Un gravissimo errore». Il governatore Enrico Rossi non ci gira intorno. Ospite di “Coffee break” su La7, magazine mattutino d’approfondimento condotto da Andrea Pancani, il Presidente della Regione ha spiegato come la Toscana sta affrontando l’emergenza coronavirus. Ma dopo la pubblicità, collegato via Skype da Firenze, Rossi ha criticato i tagli che si aggirano «sull’ordine di centinaia di milioni». Un «errore» che ha causato «taglia al personale» e una riduzione della cura dei territori.
«Sull’uso dei posti letto si può discutere», ha aggiunto. «La vicenda non è solo ospedaliera. Anche se i posti fossero il doppio, si riempirebbero facilmente». Di fatto il problema è più complessivo e riguarda l’organizzazione diffusa di un sistema sanitario che va ben al di là dei presidi ospedalieri. «In Toscana non abbiamo ridotto i posti di terapia intensiva» ha proseguito Rossi cercando di spiegare così il suo pensiero. «A soffrire sono stati di più i territori, dove dovevamo essere in grado di mettere infermieri e sanitari per la cura delle malattie, a partire da quelle croniche. Molti pazienti sono stati abbandonati a loro stessi. Per questo credo nella validità delle strutture intermedie».
La gestione dell’emergenza, per quanto grave sia, in Toscana è al momento sotto controllo. «Prepariamoci al meglio, ma dobbiamo essere pronti ad aspettarci il peggio», ha chiosato Rossi. Come a dire: in caso di bisogno, facciamoci trovare pronti. Con questo, Rossi ha ribadito il concetto secondo cui «non possiamo pensare di risolvere il problema solo con i posti in ospedale».
La Toscana si sta spostando proprio in quella direzione, verso i territori. «Predisponiamo alberghi sanitari, verifichiamo lo stato di salute, stabiliamo cure intermedie fuori dall’ospedale. Strutture che abbiano a disposizione l’ossigeno affinché ad affogare, stavolta, non siano proprio gli ospedali» ha detto Rossi a “Coffee break”. Tra gli ospiti in collegamento, anche Marco Rizzo (Partito Comunista), Rocco Palombella (segretario generale della Uilm) e l’ex ministro della salute Beatrice Lorenzin.
Sull’emergenza coronavirus, il governatore ha risposto così. «La Toscana non è a livello del nord Italia. La parte più colpita della regione è quella al confine con l’Emilia-Romagna. Al centro, temevamo per Prato. Ma i cinesi sono stati molto disciplinati. Al sud la situazione è più tranquilla. Sui dispositivi di protezione siamo arrivati a produrre in autonomia anche duecentomila mascherine al giorno. Merito della riconversione di aziende della settore moda, anche di grandi marche. Prima o poi le dovremo ringraziare tutte».
Rossi ha poi ricordato l’aumento di posti di terapia intensiva e i posti riconvertibili nei nuovi ospedali. Prima di chiudere, il governatore toscano si è concesso una metafora sul parallelismo tra l’emergenza coronavirus e le guerre. «Durante i conflitti erano importanti le armi», ha detto Rossi. «Oggi dobbiamo contare sul sostegno della Protezione civile. Le armi, stavolta, sono tute e mascherine. Non possiamo restare senza».