“Il mio ultimo atto da presidente della Regione sarà lasciare una riserva di 300 posti letto di terapia intensiva a disposizione della Protezione Civile”, a dirlo il presidente della Toscana Enrico Rossi, intervenuto ieri mattina in diretta su Skytg24 per fare il punto sul modo in cui la Toscana sta afrontando l’emergenza Coronavirus. “Li stiamo ricavando nei vecchi ospedali ed è mia intenzione che vengno dotati definitivamente con i ventilatori”.
“Per il momento il sistema delle terapie intensive sta funzionando- ha aggiunto Rossi – In Toscana si è rivelato fondamentale avere costruito ospedali nuovi, che non solo hanno un dotazione maggiore di posti di terapia intensiva, ma hanno una dotazione strumentale tale da permettere una rapida conversione di posti letto normali in posti letto in terapia intensiva, passando da 347 a 447 posti”. “Inoltre – ha detto – è stato possibile anche isolare bene la parte cosiddetta ‘Covid’, cioè quella riservata agli infetti da Coronavirus. Questo ci sta aiutando a contenere la diffusione del virus e la modernità dei nostri ospedali è un elemento chiave nel contenimento”.
Il presidente ha inoltre affrontato anche il tema dell’industria. “Apprezzo la decisione del Governo – ha detto – ma credo serva un tavolo nazionale per discutere di esigenze specifiche, non servono fughe in avanti. Se si vogliono tutelare le industrie essenziali, quelle necessarie, bisogna conseguentemente che si tuteli anche la filiera. Quindi bisognerà che si discuta meglio su come si possano certificare la filiera e le industrie chimiche ed alimentari”.
“Inoltre – aggiunge – da molti imprenditori viene la richiesta di consentire almeno un giorno per concludere i cicli di lavorazione, altrimenti si rischia di biuittare via gran parte dei lavoro avviati. In questo momento servono unità e serietà”.
“Dovremmo avere un’industria nazionale pronta a lavorare sui dispositivi sanitari, cruciali per mantenere in vita le persone. Mi riferisco ad esempio a ventilatori, monitor, mascherine: cose banali ma senza le quali non possiamo assolutamente pensare di poter mandare ‘alla guerra’ quello straordinario esercito coraggioso fatto da medici ed infermieri“.