Quando lavori come responsabile della sicurezza in un negozio come Chanel in piazza della Signoria a Firenze, capita di incontrare personaggi particolari, ma quando entra una vera e propria leggenda dello sport allora hai il desiderio di raccontarlo al mondo intero.
È quello che ha fatto Vincent Silicato responsabile della sicurezza nella nota boutique fiorentina, colpito dalla tragica morte dello sportivo Kobe Bryant e della figlia Gianna Maria. Ha pubblicato su Facebook una foto scattata qualche anno fa proprio a Firenze e ha raccontato la sua bella esperienza con la star dell’NBA. Un ricordo che diventa oggi ancora più commovente.
Vincent hai riconosciuto subito Kobe?
Subitissimo, tra l’altro sono stato l’unico a riconoscerlo. Le commesse, a parte qualcuna, non sapevano chi era. A dire il vero si è avvicinato lui a me dicendomi che anche sotto la pioggia Firenze è sempre incantevole. Io rimasi sorpreso dal suo italiano perfetto. Ma poi mi sono ricordato che suo padre ha giocato tanti anni nella squadra di basket a Pistoia.
Di cosa avete parlato?
Quando lo vidi mi batteva il cuore a 1000 come un ragazzino, una leggenda a un metro da me. Si cominciò a parlare di Firenze. Mi diceva che ama la Toscana e che ci veniva quando poteva, soprattutto da quando si era ritirato dal basket.
E poi?
Gli dissi che volevo far giocare a basket il mi figliolo perché è alto, lui mi fa…. Te mandalo a giocare quando torno lo vengo a vedere! Ora sono cose che si dicono ma era convinto. Ci parlavo come se ci conoscessimo da sempre, umile e disponibile come pochi, infatti in negozio mi chiesero se lo conoscevo già da prima. Mi sembrava di parlare con un amico che non vedevo da tanto, ecco l’impressione che dava era proprio questa… amicizia. Sarà perché tra alti ci si intende subito.