“Si possono dire le parolacce? Io adoro dire le parolacce” questa battuta pronunciata da Drusilla Foer durante una famosa intervista dice molto su chi sia e come si presenti questa donna straordinaria. Nata a Siena il 23 giugno 1945, per poi trasferirsi a Cuba dove è cresciuta fino ai 20 anni. Ha viaggiato per tutto il mondo: Parigi, Chicago, Bruxelles, Madrid, Viareggio, e New York dove ha aperto un negozio di usato, il “Second Hand Dru”, in poco tempo un punto di ritrovo di artisti, pensatori, rock star. Attualmente abita a Firenze. All’anagrafe risponde al nome di Gianluca Gori, fotografo, pittore, cantante e attore fiorentino che un giorno, ha creato dal nulla questo personaggio che è diventato famoso grazie ai video virali su YouTube e alla pagina Facebook. È però grazie alla trasmissione “The show must go off” di Serena Dandini nel 2012 che Drusilla ha modo di esprimersi al meglio. Successivamente è stata ospite e opinionista di diversi programmi radiofonici come “L’Ora del Dragone” trasmessa su Novaradio. E sempre nel 2012 ha recitato nel film “Magnifica presenza” di Ferzan Ozpetek. Nel 2017 ha partecipato a Strafactor. Ha girato tutti i teatri d’Italia con il suo spettacolo ‘Eleganzissima’. Della sua vita privata si sa poco o nulla: in un’intervista ha raccontato di essere stata sposata “con un texano orrendo, che poi mi ha tradito. Poi mi sono sposata non giovanissima con Hervé Foer, un belga, il mio ultimo amore“. L’uomo però, discendente della nota famiglia Dufur, è deceduto e quindi Drusilla è vedova. Ci parla di lei lo scrittore fiorentino Bruno Casini.
Ciao Bruno, ti ricordi la prima volta che hai visto o incontrato Drusilla Foer, cosa hai pensato?
La prima volta che ho visto Drusilla Foer sono rimasto incantato, sbalordito, affascinato, mi sembra di averla conosciuta presso lo spazio di Luisa via Roma a Firenze. Una serata per raccogliere fondi per la battaglia contro Hiv, lei presentava questo evento di beneficenza con una schiettezza, una spontaneità fuori dal comune. E poi il suo charme e la sua gestualità nel raccontare tutte le sue storie in giro per il mondo. Quella sera era a suo agio, sembrava di essere in un film hollywoodiano e la star, ovviamente, era lei. The Best!
Come descriveresti Drusilla, quali sono le sue caratteristiche più dirompenti?
Come dicevo prima di Drusilla mi ha colpito la sua immediatezza, il suo modo elegante ma anche sarcastico e devo dire arcigno di raccontare il mondo. Sul palcoscenico diventa una “furia della natura”, una sicurezza maniacale, superba, forte, diretta, le sue battute arrivano come frecce avvelenate ma con grande rispetto e dolcezza. Quando poi ho visto il suo debutto al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino con “Eleganzissima” (che ho visto tante volte) mi ha subito portato alla mente artisti a me cari e con cui sono cresciuto come il mitico Paolo Poli, l’eclettico Michael Aspinall, il rigoroso cabaret di Alfredo Cohen, le canzoni di Judy Garland, il trasformismo di Mark Almond, la cattiveria di Sandra Mondaini e poi la sua voce dolce, sobria, vellutata ed infine la sua gestualità prorompente, signora del palco, aggressiva, educata, le sue mani, i suoi volti da donna smemorata ma sempre lucida e pungente. Mi piacerebbe molto vedere Drusilla collaborare con Achille Lauro, sarebbe molto esilarante. Una bomba queer!
Drusilla è una signora elegante dell’alta società, eppure per certi versi sembra più libera ed emancipata di donne più giovani di lei. Nel suo scavalcamento continuo delle regole del bon ton mi sembra una straordinaria femminista, una che semplicemente dice e fa tutto quello che le pare, in questo è davvero rivoluzionaria a modo suo, sei d’accordo?
Drusilla sa dove vuole arrivare, è chiaro il suo progetto artistico, recita ma racconta la sua vita di “donna libera”, possiamo dire che il suo teatro potrebbe essere una sorta di “nuovo femminismo contemporaneo”. Dietro i lustrini, le paillettes, i suoi vestiti sgargianti si trova una donna che vuole ribadire la sua “rivoluzione”, il suo modo di affrontare a muso duro il reale,il suo rapporto con il mondo. Drusilla è sicuramente una donna che vuole, a tutti i costi, la sua libertà, pretende il rispetto di chi la circonda. Attraverso le sue battute e le sue canzoni attacca quelle problematiche politiche e sociali che la circondano e lo fa con una ironia elegante ed intelligente.
Drusilla è diventata prestissimo virale, ha fatto video musicali, teatro, televisione, secondo te a cosa è dovuto il suo successo?
Drusilla è una protagonista polivalente, passa dalla televisione alla musica con disinvoltura, con una sicurezza incredibile. I siparietti da Chiambretti sono esilaranti, formidabili, incisivi. Quando si confronta con la musica diventa geniale, canta Bowie e Gaber, a teatro a volte mi ricorda una Wanda Osiris degli anni duemila. In pochi anni ha migliaia di fans che l’adorano, la osannano,che la seguono nei suoi tour e sui social.
Oggi il femminismo è sempre più inclusivo, ormai i diritti umani per cui battersi sono gli stessi per tutti, eppure alcune femministe fanno fatica ad accettare le donne trans all’interno del movimento, come mai queste resistenze secondo te?
È vero alcuni collettivi femministi non accettano le donne transgender, io penso che ci siano ancora retaggi culturali legati ad istanze politiche superate. Ancora la donna trans viene vista come opportunista e priva di coscienza ed invece, secondo me è proprio il contrario. Il movimento trans lotta tutti i giorni, le donne trans sono sempre osteggiate dal sistema che vuole emarginarle e metterle in un angolo.
Il maschilismo e il sessismo sono un problema reale, ma molti uomini non riescono minimamente a comprenderlo, spesso si dice che dovrebbero essere più coinvolti, al fianco delle donne, ma sono pochissimi quelli che ‘prendono il microfono’ per parlare a favore delle donne. Secondo te si arriverà mai a questo?
Vedo che negli ultimi anni il machismo, il sessismo e l’omofobia sono aumentati tantissimo, sono problemi sociali dilaganti. Sono preoccupato per l’aumento inquietante dei femminicidi, per le aggressioni fasciste e squadriste verso gay e transgender. La cultura è l’unico mezzo per frenare tutto ciò e spero che artisti, artiste, musicisti riescano a raccontare quello che sta succedendo. Anche Drusilla Foer nel suo percorso artistico ha sempre fatto riflettere quello che abbiamo intorno con eleganza e durezza.