È uno dei settori che ha più subito i colpi della crisi globale del 2008 ma poi si è rialzato in piedi e si è affermato in tutto il mondo. È la moda, un comparto che in Toscana dà lavoro a circa 130mila persone, oltre il 7% dell’occupazione complessiva, e realizza un valore aggiunto che supera i 5 miliardi e mezzo di euro. Nessuna altra regione in Italia raggiunge valori così alti: in termini di addetti infatti la Toscana ha il peso maggiore a livello nazionale con il 22,8% e domina anche nell’export. Nel 2019 si stima che le esportazioni abbiano superato i 15 miliardi di euro, ponendo così la Toscana davanti anche alla Lombardia.
È questa la fotografia del sistema moda regionale scattata dal rapporto dell’Irpet che è stato presentato oggi in un convegno a Firenze e ripercorre l’evoluzione del settore negli ultimi vent’anni, mostrando come abbia trainato l’intera ripresa economica toscana. Un successo dovuto soprattutto dalla pelletteria, mentre tessile e calzature hanno dimostrato più difficoltà a posizionarsi sui mercati internazionali. È qui infatti che si gioca la partita, visto che il 47% della produzione regionale della moda viene venduta all’estero.
Importantissimo il peso della moda nel mercato del lavoro: 115mila persone sono occupate nei settori della moda in senso stretto (tessile, abbigliamento, conceria, calzature, pelletteria, gioielleria), 1.800 nella produzione di macchine, 12.800 nel commercio all’ingrosso e nell’intermediazione e nell’ambito dell’industria manifatturiera la moda copre quasi il 40% degli addetti.
Tra le sfide da affrontare c’è invece quella di Industria 4.0: attualmente infatti le imprese sono in ritardo nell’adottare queste nuove tecnologie rispetto ad altri settori, forse anche a causa delle dimensioni, prevalgono ancora infatti le aziende micro e piccole che hanno più difficoltà a investire nella digitalizzazione.
“Il sistema moda mantiene la sua eccezionalità per creatività e manualità, caratteri che hanno poco a che vedere con l’innovazione tecnologica ma sono legati a formazione, cultura, storia, gusto – ha commentato l’assessore alle attività produttive della Toscana, Stefano Ciuoffo – tuttavia in un mercato così aleatorio e così vasto la creatività non basta, bisogna metterla a sistema. Se noi uniamo la creatività, la manualità, la nostra capacità di essere innovativi, all’innovazione tecnologica nell’ottimizzazione dei processi produttivi, forse non ce n’è per nessuno, e noi saremo ancora protagonisti di questa eccellenza”.