La stagione 2018/2019 del Teatro Yves Montand di Monsummano Terme si chiude ospitando lo spettacolo Antonino De Masi. Il potere dei senza potere – sabato 11 maggio, ore 21 – a cura della compagnia teatrale Mimesis, da sempre particolarmente attenta e sensibile alle tematiche di teatro civile. Il testo e la regia sono firmati da Rosanna Magrini, in scena Lorenzo Bartolini, Elisa Proietti e Stefano Tognarelli; Alfonso Belfiore ha curato le musiche.
Il progetto di Mimesis è dedicato alla vicenda umana di Antonino De Masi, imprenditore calabrese della Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, oggi sotto scorta perché da anni impegnato a contrastare il malaffare della ’Ndrangheta e di alcuni grandi colossi bancari italiani.
Per sapere di più su ‘Antonino De Masi. Il potere dei senza potere’, su come nasce e del perchè è giusto raccontare queste storie abbiamo intervistato Stefano Tognarelli tra i protagonisti dello spettacolo.
Come siete venuti a conoscenza della storia di Antonino?
Il nostro incontro con la storia di Nino [Antonino De Masi, ndr] e con tutto quello che questa storia comporta è avvenuto per caso. Avevamo una residenza artistica in programma a Pomarance con le “Officine Papage” e dovevamo portare qualcosa. Quindi la regista del nostro gruppo ha portato due storie e una di queste era quella di Antonino Masi. Le storie portate riguardavano la Calabria ed erano legate alla ‘ndrangheta. Quella di Nino però è una storia universale, che non rimane legata al territorio, ma è ben più grande e rimanda alla responsabilità personale di uomo che si è preso la propria responsabilità “nei confronti del mondo”.
Quindi siete andati in Calabria per conoscerlo?
Sì, una volta scelta la sua storia siamo volati in Calabria. Abbiamo organizzato un viaggio, ci siamo messi in contatto con Antonino De Masi e siamo partiti. Siamo stati una settimana nella piana di Gioia Tauro e abbiamo visto quella realtà da vicino: conosciuto la sua famiglia, la sua azienda e i ragazzi dell’esercito che la presidiano.
Che persona persona è Antonino De Masi?
Antonino De Masi è una persona che ti mette in difficoltà senza fare niente perchè è uno che nella sua vita ha scelto di distinguere il bianco dal nero, il giusto dallo sbagliato e di non cedere a nessun tipo di compromesso, partendo dalle piccole cose: il biglietto dell’autobus, lo scontrino fiscale al bar fino a tutti i compromessi che si fanno con le grandi realtà e nel suo caso con le banche. Il suo essere integerrimo, il suo pretendere le cose giuste mette in difficoltà a chi quotidianamente è abituato ad autoassolversi. A questo lui non cede. La sua storia è un esempio molto forte.
Qual è stata la reazione del pubblico ad una storia nota ma forse poco raccontata rispetto ad altre?
La risposta che ha dato il pubblico è sempre stata molto positiva dai ragazzi fino agli adulti, affascinati e sorpresi dalla sua storia. Uno scorcio di vita che ha avuto il suo momento di visibilità sui media ma oggi è una storia che va raccontata e approfondita per il suo valore rivoluzionario. E’ un esempio di possibilità di cambiamento.
E’ una storia di speranza?
Trovare una storia che, in un momento di crisi e di perdita di determinati valori, torna a dare una speranza è importante. A noi, e a Nino stesso, piace ripetere che lui non è un eroe, al contrario di ciò che accade quando si ascolta la sua storia, ma è una persona normale che semplicemente di fronte alle cose sbagliate e ingiuste non ci sta, non si arrende. E ciò, oggi, è diventato anormale, perchè evidente il nostro è un mondo alla rovescia. E’ il suo comportamento che dovrebbe essere la normalità! Il fatto che non lo sia è sconvolgente.
Quando ti trovi una storia così importante da raccontare poi deve sceglie il giusto “registro comunicativo” da utilizzare, ovvero come la vuoi raccontare e con quali “ingredienti”. Voi parlate di “straniamento” ed “ironia”. E’ questa la chiave scelta?
Sì è un pò la chiave con cui cerchiamo di leggere il mondo e raccontarlo. E un pò la mission della nostra Associazione Mimesis. Raccontiamo questa storia come le precedenti con un tocco ironico quindi musiche particolari, battute, tempi comici. Cerchiamo di passare un contenuto importante e faticoso attraverso l’ironia e questa ci aiuta a far connettere le persone su ciò che è importante. E per ora devo dire sta funzionando.
Sempre sul filone dell’ironia. Non trovi che in questo tempo ci sia difficoltà ad essere ironici? Non si capisce la differenza tra ironia e realtà e invece si vuol far passare per ironia una sequenza di volgarità e cattiverie gratuite. E quindi cose serie vengono prese in modo superficiale e invece cose ironiche prese troppo sul serio…
E’ in atto un ribaltamento completo delle cose. Noi siamo davanti ad una situazione drammatica dove chi forma il pensiero quotidianamente, non sto parlando solo della politica, crea un mondo ribaltato. Spesso succede ciò che è un’ironia capace di smascherare anche dei contenuti importanti può essere presa come un’offesa, come un attacco mentre battute volgari o situazioni più pesanti vengono prese come cose leggere. Questo è uno dei problemi più evidenti. Come diceva uno dei nostri maestri, Edoardo Sanguinetti, dobbiamo tornare a dare alle parole il loro giusto significato anche nell’arte. E noi cerchiamo di farlo.
Con questo spettacolo si conclude la vostra stagione teatrale. Avete pensato alla prossima e cosa “bolle in pentola”?
Abbiamo già avviato progetti con alcune realtà del territorio e non solo su Ernesto Balducci, un personaggio davvero incredibile che abbiamo scoperto grazie alla tavola della pace della Valdera e abbiamo creato un primo studio sui suoi testi partendo da “L’uomo Planetario”. E poi adesso siamo concentrati su “Abc Festival della cultura della partecipazione” realizzato con il Comune di Monsummano Terme e che durerà fino al 20 maggio. E poi vediamo l’estate porta consiglio…
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Prevendita Antonino De Masi. Il potere dei senza potere nei giorni 10 e 11 maggio (16,30/19.30) anche al Teatro Montand (0572 954474).