Mettete un venerdì piovoso e un pò uggioso, che fare? Deciso: vado a teatro. A Prato al Fabbricone c’è “Queen Lear” della Compagnia delle Nina’s Drag Queens. Non conosco lo spettacolo ma sono incuriosito e decido di andare. Mai scelta è stata più azzeccata!
La Compagnia delle Nina’s Drag Queens nascono nel dicembre del 2007 da un’idea dell’attore Fabio Chiesa, sono attori, danzatori, artisti, professionisti della scena teatrale. Loro si definiscono “una zona franca di creatività, uno spazio di luce e colore, di pura libertà espressiva”. Le protagoniste assolute sono le drag queen, “maschere meravigliose che consentono di interpretare ogni stella vera o presunta del firmamento delle Dive, in modo irriverente, ironico e al tempo stesso intenso, passando agilmente dal sacro al profano, da Raffaella Carrà a Violetta Valery”.
Questa compagnia sui generis, originale e stravagante ma allo stesso tempo profonda, intelligente ed eclettica sta portando in giro per i teatri italiani “Queen Lear” testo di Claire Dowie da William Shakespeare (traduzione di Michele Panella e Lorenzo Piccolo) con le musiche originali di Enrico Melozzi e ideato da Francesco Micheli.
La regia è curata dagli stessi interpreti, cinque attori con la A maiuscola, che fanno dell’ironia e della passione per il loro lavoro una vera e propria cifra stilistica che non li rende mai banali sulla scena e fuori come chi è stato al Teatro Fabbricone di Prato ha potuto constatare nel post spettacolo. Per tutto questo Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Sax Nicosia, Lorenzo Piccolo e Ulisse Romanò sono dei professionisti a tutto tondo, di quelli che i grandi mezzi di comunicazione non considera ma chi frequenta i teatri di provincia o fuori dal centro delle grandi città può apprezzare.
“Queen Lear”, lo spettacolo delle Nina’s Drag Queens, è un dramma musicale en travesti ispirato a Re Lear di Shakespeare che prende forza dalle contaminazioni tra i generi. Protagonista è Lea Rossi emigrata nel Regno Unito negli anni 70’. Qui ha aperto un negozio di giocattoli, la cui insegna recita “Lea R.”. Il tempo è passato e per l’anziana signora è giunto il momento di chiudere l’attività. Alle prese con il decadimento fisico e la senilità, si scontra con le tre figlie e la fedele amica Kent, che cercano di prendersi cura di lei.
“Queen Lear” affronta tematiche tipiche del nostro tempo: la vecchiaia, l’integrazione, la malattia e la morte. Il tutto amplificato da complesse dinamiche familiari con cui ognuno di noi almeno una volta nella vita si è scontrato. E poi il rapporto madre-figlie, articolato, con un sali e scendi di emozioni e imprevisti con un ritmo a tratti incalzante e a tratti letto ed inesorabile.
La cosa che lascia il pubblico a bocca aperta è come il tutto sia ancora più credibile, ancora più vero, ancora più naturale grazie ad un’interpretazione che va al di là di acconciature esagerate, tacchi vertiginosi e abiti “divini”. L’attore fa proprio il personaggio e restituisce al pubblico uno spaccato della quotidianità con l’eco e il profumo di uno Shakespeare sempre attuale.
E poi le citazioni musicali da Battisti a Battiato fino ai Beatles che accendono nel pubblico quella lampadina che li ricollega a un ricordo o a un momento realmente vissuto anche da loro.
Uno spettacolo intelligente con cinque attori capaci. Come diceva la mia professoressa di diritto – che mi ha insegnato ad amare il teatro – “Se durante lo spettacolo nella tua testa dialoghi con i personaggi vuol dire che il testo vale e l’attore o l’attrice ti è entrata dentro”. E così è successo.
Il tour delle Nina’s Drag Queens continua in Toscana e sarà possibile godere del loro spettacolo, “Queen Lear”, il 6 febbraio al Teatro Goldoni di Livorno e il 7 febbraio al Teatro dei Differenti di Barga in provincia di Lucca.