Cultura/

Il Museo Richard Ginori a Sesto Fiorentino riaprirà entro il 2022

Firmato dal ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e dal sindaco di Sesto l’atto costitutivo della nuova Fondazione

Il Museo Richard Ginori a Sesto Fiorentino riaprirà entro il 2022: siglato accordo tra comune e Regione - © Marco Bertolini

Riaprirà entro la fine del 2022, con un immobile restaurato e un nuovo allestimento, il Museo Archivio Richard-Ginori della Manifattura di Doccia Sesto Fiorentino. Questa la data prevista per la riapertura delmuseo che era stato chiuso nel 2014, in seguito al fallimento della vecchia proprietà Richard Ginori, e che sarà gestito dalla nuova Fondazione costituitacon un atto firmato dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e dal sindaco di Sesto Lorenzo Falchi.

1,9 milioni di Fondi Cipe saranno necessari per il restauro e risanamento conservativo del museo, 3,9 milioni per l’acquisto della collezione di opere in porcellana, e somme inferiori per interventi di conservazione, in tutto un’operazione da 6,15 milioni. La Fondazione ha come soci fondatori il Mibact, che conferisce al fondo di dotazione 100mila euro oltre al diritto d’uso dell’immobile e della collezione; la Regione Toscana, che conferisce al fondo di dotazione 200mila euro oltre a 300mila euro per il 2020 e per il 2021 per la gestione e funzionamento; il Comune di Sesto Fiorentino che conferisce al fondo di dotazione 100mila euro per il 2020 e 100mila per il 2021 per la gestione e funzionamento.

La nuova Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia,  è “un modello positivo” – ha dichiarato Dario Franceschini, Il Mibact, ha ricordato: “si è impegnato consistentemente” per l’operazione, versando oltre 6 milioni di euro “per l’acquisizione dell’immobile, della collezione e per il restauro” del Museo della Porcellana, coinvolto nel fallimento della vecchia proprietà di Richard Ginori e chiuso dal 2014. “Parte della corresponsione del pagamento è avvenuta attraverso opere d’arte, quindi abbiamo utilizzato quella norma – ha spiegato il ministro, riferendosi alla cosiddetta ‘legge Guttuso’ – che è utilizzata poco, ma è una norma molto intelligente che c’è nel nostro ordinamento per cui si possono pagare tasse con opere d’arte anziché in denaro”.

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