Una nuova opera di Donatello è stata scoperta alla periferia di Firenze. Un accurato restauro ha confermato quanto intuito e approfondito da uno storico dell’arte Gianluca Amato: il Crocifisso ligneo conservato nella chiesa di Sant’Angelo a Legnaia è opera proprio di Donatello. Il Crocifisso, appena ricollocato nella sua sede originaria, l’Oratorio della Compagnia di Sant’Agostino, è stato restituito alla sua antica funzione liturgica e soprattutto riconsegnato alla comunità che ne ha avuto cura per molti secoli.
Il Cristo Crocifisso risale al 1461-146, non è di grandi dimensioni ed è leggero nel peso, elementi che indicano che si tratta di un crocifisso processionale, alleggerito proprio per essere portato al cospetto dei fedeli e condotto lungo le vie del piccolo borgo di Legnaia. Scolpito in tre masselli di pioppo, il Crocifisso di Legnaia è giunto a noi nella struttura lignea originaria, sostanzialmente ben conservata.
Le analisi dei materiali e delle tecniche di esecuzione, e la comparazione dei dati stilistici ed espressivi, hanno consentito allo storico dell’arte Gianluca Amato, studioso di scultura del Rinascimento, di ricostruire le vicende artistiche del Crocifisso e ricondurre la sua paternità all’attività estrema di Donatello, padre della scultura italiana del Quattrocento. La scoperta si colloca nell’ambito delle verifiche collaterali alla stesura della tesi dottorale, discussa da Gianluca Amato nel 2013, presso l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, e dedicata allo studio del Crocifissi lignei toscani fra tardo Duecento e prima metà del Cinquecento.
“La paternità della scultura si basa su solidi riscontri stilistici – spiega Gianluca Amato – sulla base di tali evidenze l’inedito Crocifisso si configura come un’opera emblematica della produzione tarda di Donatello, databile nei primi anni sessanta del Quattrocento. Molti aspetti dell’intaglio di Legnaia offrono riscontri stringenti con l’Oloferne del gruppo mediceo della Giuditta. A ciò si aggiungono le similitudini tra il perizoma, modellato in tela imbevuta di colla e di gesso, e le intense modulazioni del copioso panneggio della Giuditta. Il Crocifisso rappresenta un’opera realizzata da Donatello nell’ultimo periodo della sua vita. Alla fase conclusiva della lavorazione risale la ritrovata policromia originale, paragonabile, a livello concettuale, alle stesure di pittori fiorentini culturalmente affini a Neri di Bicci”.
La scoperta del Crocifisso risale al gennaio 2012. Il restauro è stato avviato alla fine del 2014, finanziato con fondi della Soprintendenza speciale per il polo museale fiorentino e per la città di Firenze.
Il restauro dell’opera, condotto da Silvia Bensi, è stato diretto dalla dottoressa Anna Bisceglia, funzionaria storica dell’arte della Soprintendenza di Firenze, responsabile per il territorio di Legnaia all’epoca del ritrovamento. Le indagini stratigrafiche compiute al microscopio ottico polarizzatore hanno rilevato la presenza di ben cinque interventi pittorici sovrapposti, eseguiti in periodi differenti, intervallati da almeno cinque pellicole di sostanze organiche. In accordo con la direzione lavori è stato deciso di rimuovere tutti gli strati di materiali sovrapposti che deturpavano la superficie dell’opera, per portare in evidenza il carnato originale, o comunque il più antico in senso cronologico.