Da trentacinque anni chiunque possegga uno scritto autobiografico inedito può spedirlo all’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano scegliendo di depositarlo oppure di farlo concorrere all’annuale Premio Pieve. Dal 12 al 15 settembre si terrà l’edizione 2019 del Premio con il titolo ‘Trentacinque di noi’. Oltre al concorso ci saranno incontri, presentazioni, mostre, spettacoli teatrali per festeggiare un importante anniversario ma soprattutto la comunità della ‘gente comune’ riunita attorno alla “Città del diario”, roccaforte della memoria collettiva, ritratto della Nazione al di fuori dei libri di Storia, santuario della scrittura dell’io.
Cuore del festival le otto storie finaliste tra le quali sarà votato il vincitore del Premio Pieve. In concorso quest’anno Adler Ascari e M. (1917-1998), Italo Cipolat (1917-2009), Eugenia Dal Bò (1867-1943), Antonio Di Rosa (1911), Teresa Pacetti (1931), Cesare Pitoni (1892-1965), Camilla Restellini (1910-1993), Orlando Salimbeni (1909-2008).
Domenica 15 settembre si terrà giornata conclusiva della manifestazione in cui sarà consegnato il Premio Città del diario, che quest’anno va al regista Pupi Avati. Altro riconoscimento in programma è il Premio Tutino Giornalista istituito dall’Archivio dei diari per ricordare la figura del suo fondatore. Lo ritirerà quest’anno Paolo Borrometi, attualmente presidente dell’Associazione Articolo 21, venerdì 13 settembre. Vittima di minacce di mafia, dal 2014 Borrometi vive sotto scorta.
L’opera ritenuta più meritevole dalla Giuria nazionale, fra le otto finaliste, sarà premiata con 1.000€ e la pubblicazione del testo, a cura della casa editrice Terre di mezzo (dal 2001). Gli scritti partecipanti al concorso, pervenuti in Archivio entro il mese di gennaio di ogni anno, vengono valutati – in base alla loro genuinità originale – e quindi selezionati dalla Commissione di lettura fino alla scelta degli otto testi finalisti. Questi sono poi affidati all’esame della Giuria Nazionale. Non costituisce elemento di giudizio la forma eventualmente sgrammaticata o poco corretta della scrittura, e, anzi, l’Archivio invita a rispettare la forma originaria del testo, senza apportare modifiche, tagli, correzioni o altre forme di rielaborazione.
Trentacinque di noi sarà anche l’occasione per riscoprire 35 diari, memorie o epistolari, tra gli oltre 8000 custoditi a Pieve Santo Stefano. A dare voce agli Ettore, ai Giuseppe o ai Tommasino saranno i tanti che per lavoro, per passione o per caso si sono imbattuti in quelle storie: le persone che tutti i giorni si dedicano all’Archivio insieme a studiosi di antropologia e storia contemporanea, scrittori come Paolo Cognetti, Melania G. Mazzucco, Vanessa Roghi, Evelina Santangelo, Cristina Ubah Ali Farah, critici come Guido Barbieri e Gianfranco Capitta, artisti come Matteo Caccia, Mario Perrotta e Paola Roscioli, solo per citarne alcuni.
Per informazioni:
http://www.archiviodiari.org