In occasione della XXXI Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze a Palazzo Corsini dal 21 al 29 settembre 2019, nell’Alcova al primo piano di Palazzo Corsini sull’Arno, si tiene la mostra ‘UNIVERSO BARDINI’, un progetto espositivo a cura di David Lucidi sulla figura di Stefano Bardini ‘principe degli Antiquari’.
La mostra è dedicata non alla sua consueta accezione di mercante-collezionista, affrontata e sviscerata corposamente anche da importanti pubblicazioni nel corso dell’ultimo ventennio, ma al suo ruolo di protagonista nelle vicende del collezionismo d’arte tra Otto e Novecento, alla sua capacità di promuovere, attraverso un fitta rete e preferenziali sodalizi con alcuni tra influenti magnati del tempo, suoi amati clienti ed estimatori, la creazione di prestigiose collezioni internazionali divenute oggi, in virtù dell’elevato valore storico-artistico, il fulcro portante di importantissimi musei, come il Bode Museum di Berlino, il Musée Jacquemart André di Parigi o l’Isabella Stuart Gardner Museum di Boston, di gestione e fruizione pubblica.
Il primo aspetto portante della mostra riguarda la personalità di Stefano Bardini in qualità di esteta, artista e progettista di scenografie emozionali per la sua vasta collezione di sculture, pitture e arti decorative allestite, il suo meticoloso progetto di studio, ricerca espositiva e luministica, all’interno del palazzo fiorentino in piazza de’ Mozzi. Lo scopo è quello di ricreare all’interno dell’Alcova Corsini alcuni contesti d’interno dell’antico palazzo Bardini, oggi sede del Museo Stefano Bardini, tramite l’allestimento di pannelli con riproduzioni in scala di ‘set Bardini’ ricavati da fotografie d’epoca. I pannelli documentano la mutevolezza degli allestimenti promossi da Bardini, caratterizzati dal dialogo dimensionale, metrico e ritmico tra le opere, combinate con le partiture architettoniche, gli arredi e tipologie secondarie come cornici, armi e ceramiche, esaltate da originali e avanguardistiche soluzioni espositive.
Il secondo aspetto della mostra è quello di documentare come, al di là delle più consuete dinamiche di selezione, circolazione e esportazione di opere, il ruolo di Bardini collezionista e mercante d’arte, abbia permesso tra Otto e Novecento l’affermazione di determinati soggetti e nuclei artistici, lo sviluppo di una peculiare estetica di allestimento legata alla necessità di ricontestualizzazione delle opere d’arte estirpate dal loro contesto originario, tendenza che decretò la fortuna oltreoceano del mito dell’Italia e della Firenze rinascimentale, ma anche quello della casa del Rinascimento, fondamentale per l’allestimento di importanti raccolte internazionali.
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