Il 27 settembre fino al 16 gennaio 2020 si alza il sipario al Museo Novecento di Firenze su tre nuovi progetti espositivi e su un nuovo appuntamento della rassegna di video d’artista. Le nuove mostre vanno a rinnovare il loggiato coperto, il piano terra, i due piani superiori, la Sala cinema in un costante ‘turn over’ dei progetti che occupano i vari spazi delle ex Leopoldine rinnovandoli e arricchendoli di mese in mese, senza sosta.
sfoglia la galleryAl piano terra, nello spazio dedicato al ciclo Duel, prende vita Lucciole per lanterne, prima personale in Europa dell’artista cinese Wang Yuyang, realizzata in collaborazione con la galleria Massimo De Carlo Milano/London/Hong Kong e curata da Lorenzo Bruni. Rispettando lo spirito con cui è stato concepito il ciclo Duel – che vede di volta in volta un artista contemporaneo “duellare” metaforicamente con l’opera di un artista presente nella collezione permanente del museo – i lavori di Yuyang in mostra (tre cicli pittorici e due installazioni luminose) sono in aperto dialogo con una Natura morta (1923-24) di Giorgio Morandi proveniente dalla collezione Alberto Della Ragione.
Il loggiato coperto al primo piano è trasformato dall’installazione di Rebecca Moccia intitolata Da qui tutto bene, che rientra nel progetto Ora et labora, aperto ad una riflessione sul linguaggio e sul valore della scrittura nelle arti visive, che ciclicamente vede protagonisti artisti dell’ultima generazione. Da qui tutto bene è il primo impegnativo intervento site-specific realizzato in un museo italiano dalla giovane artista, prodotto in collaborazione con la Galleria Mazzoleni London – Torino.
Al primo e secondo piano, per il ciclo Campo Aperto, Lino Mannocci presenta Un matrimonio futurista, con cartoline, marmi, dipinti e un’installazione ispirate al matrimonio tra Gino Severini (a cui è dedicata la monografica Solo tutt’ora in corso) e Jeanne Fort, al quale parteciparono i protagonisti delle avanguardie artistiche e letterarie parigine dell’epoca: da Max Jacob a Filippo Tommaso Marinetti, da Guillaume Apollinaire a Fernand Léger.
Infine, nuovo appuntamento anche con la rassegna di video d’artista, concepita e prodotta da Beatrice Bulgari per In Between Art Film e a cura di Paola Ugolini. La nuova rassegna, dal titolo Survival strategies, raccoglie le opere di sette artisti internazionali – Hiwa K, Santiago Sierra, Regina José Galindo, Maria José Arjona, Mary Zygouri, Shadi Harouni, Masbedo – che riflettono sul nostro presente, tragicamente lacerato da sanguinosi conflitti, odi razziali e faide religiose alimentate da interessi economici e geo-politici.
“Poche realtà museali italiane operano a 360 gradi come fa il Museo Novecento – ha spiegato il direttore artistico Sergio Risaliti – La nostra proposta scientifica e didattica si fonda su almeno quattro punti fondamentali: valorizzazione della collezione permanente, aggiornamento a colmare le lacune che sussistono nella collezione e nella cultura generale, mediazione culturale, un importante lavoro editoriale. Il tutto all’insegna della fluidità, degli incroci e delle corrispondenze. Ecco finalmente un museo internazionale che si apre al mondo e cerca in ogni evento un più solido e felice radicamento nella storia locale, reinventando la dialettica tra presente e passato. Il pubblico apprezza quello che stiamo facendo e i numeri lo dimostrano. Il nostro obiettivo è comunque incrementare la conoscenza dell’arte contemporanea e dei quesiti che essa ci pone, anche in termini di gusto: un risultato che può essere analizzato solo in una prospettiva di medio-lungo termine. Adesso godiamoci la mostra di Wang Yuyang, che dialoga con Giorgio Morandi, l’installazione site-specific di Rebecca Moccia, giovane promessa dell’arte italiana, la bella mostra di Lino Mannocci, che si è ispirato al celebre matrimonio futurista tra Gino Severini e Jeanne Fort, e la nuova rassegna di video proposta da Beatrice Bulgari e Paola Ugolini, con la quale l’arte dice la sua sull’attualità, i conflitti, i giochi di potere, tutto il dolore del mondo”.