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Da Carrà a Picasso, all’asta la collezione di Vasco Pratolini

Per lo più si tratta di opere regalate dagli amici artisti. La ricca collezione dello scrittore fiorentino sarà battuta all’asta il 22 febbraio da Pananti, a Firenze. Tra i 121 lotti anche Ottone Rosai
 

Vasco Pratolini

Tra i pezzi più importanti c’è la ‘Dattilografa’, scultura in ceramica di Leoncillo Leonardi, ma il valore dei lotti che andranno all’asta a Firenze il 22 febbraio è legato anche al proprietario delle opere all’incanto: Vasco Pratolini (1913-1991). La Casa d’aste Pananti batterà quella che è stata la collezione d’arte dello scrittore e sceneggiatore fiorentino, autore tra l’altro di Metello e delle Ragazze di San Frediano, quartiere a due passi dal luogo dove avverrà la vendita, via Maggio.

In tutto sono 121 le opere, compresi dipinti, disegni e incisioni, che testimoniano la passione di Pratolini per l’arte. Si tratta di una raccolta composta da pezzi per lo più regalati e dedicati dai suoi amici artisti.

Una collezione costituita attraverso una quotidiana frequentazione e collaborazione di Pratolini con gli artisti con cui condivideva una profonda affinità culturale. Nell’elenco dei lotti che andranno all’incanto, provenienti dagli ultimi eredi dello scrittore, compaiono opere di Ottone Rosai con cui mantenne uno stretto rapporto per tutta la vita come testimonia la lettera ‘Autoritratto’ in cui il pittore si rivolge a Pratolini elogiandone le qualità spirituali. Si alternano poi grafiche, disegni e incisioni tra gli altri di Carrà, Bartolini, Picasso, Dorazio, Guccione, Maccari e Magnelli.

Nei dipinti prevalgono gli artisti toscani e in particolare fiorentini come Caponi, Marma, Grazzini, Bozzolini, Marcucci e Venturi, con i quali il sodalizio è testimoniato da una serie di suggestivi ritratti dell’autore di Cronache di poveri amanti, e di varie opere con dedica.

Infine, il sodalizio con il poeta e storico d’arte Alessandro Parronchi è attestato da un nucleo di dipinti antichi, per lo più di scuola fiorentina, tra fine Quattrocento e primi Seicento: tra questi anche una coppia di tavole con ‘scene di accoglienza di santi’ e un dipinto su rame raffigurante i ‘Santi Cosma e Damiano’ di Santi di Tito.

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