Cardaiolo, annodino, battitore, cimatore, sono solo alcuni dei nomi dei mestieri di chi lavora nel tessile, una produzione che caratterizza la città di Prato fin dal Medioevo. Dalle prime affermazioni nella produzione laniera di quel lontano XII secolo, che vide la nascita della corporazione dell’Arte della Lana, alle esportazioni in tutta Europa, grazie alla figura del mercante Francesco Datini, vissuto a cavallo tra il XIV e il XV secolo, fino all’industrializzazione dalla metà dell’800 in poi, alle alterne vicende legate ai conflitti bellici mondiali del ‘900, il tessile ha segnato e segna tutt’oggi la vita produttiva di Prato.
Una lavorazione la cui massima espansione è stata nel secondo Dopoguerra, con il boom economico e che, superata la crisi degli anni ’80, rappresenta oggi un’eccellenza del Made in Italy. A comporre il comparto tessile pratese sono le tante piccole, medie e grandi aziende, artigianali e industriali, che ogni giorno producono stoffe e tessuti, tradizionali e innovativi, portando avanti un’altra grande tradizione pratese: la rigenerazione di ritagli e scarti, di abiti usati, di Stracci con la S maiuscola. Perché a partire da quegli avanzi di lavorazione, da brandelli di abiti, che altrimenti sarebbero andati al macero, Prato ha fatto la sua ricchezza, andando a produrre tessuti di grande pregio ed eleganza, esportati in tutto il mondo.
Tante storie, vicende umane e professionali, si intersecano in questa produzione quasi millenaria. Alcune – poche – sono già state scritte, altre si tramandano nella memoria dei più anziani, di chi ha lavorato in questo settore. La crescente industria dell’audiovisivo può guardare con grande interesse alla narrazione dell’operosità di Prato, proiettando questa preziosa memoria nella contemporaneità.
Ed ecco allora che è nata l’idea di organizzare degli incontri per ascoltare e fare tesolo di queste storie. Come avveniva un tempo, nelle veglie estive nel cortile delle case coloniche e padronali, dove i contadini e gli operai si radunavano con le proprie famiglie per vivere momenti di condivisione, a Prato nasce l’idea degli appuntamenti “A veglia! Prato si racconta per il Cinema”, proposti da Manifatture Digitali Cinema Prato, nel contesto del programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema, insieme all’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Prato.
Saranno tre appuntamenti, in tre luoghi diversi della città, durante i quali alcuni Pratesi provenienti dal mondo del tessile, racconteranno la propria esperienza; insieme a loro, sceneggiatori, registi e produttori cinematografici. Perché da ogni storia può nascere un film. Questi racconti, questi contenuti ricchi di vissuto e delle fatiche del lavoro quotidiano, possono così uscire da quella zona grigia di oblio, per lasciare un segno, diventando lo spunto per un prodotto audiovisivo: un lungometraggio, un documentario, una serie tv, una webserie. Non sarà quindi un’iniziativa per guardare al passato ma, al contrario, per dare un contributo al futuro della città.
I Commercialisti, impegnati ogni giorno a fianco degli imprenditori, sono il collante, il trait d’union tra due mondi produttivi, quello del tessile e quello dell’audiovisivo, che di quei racconti può fare tesoro. Si viene così a creare una vera “trama” fatta di connessioni, nella quale il tessuto è il vero protagonista, materia della stoffa dei sogni.
Il primo appuntamento di “A veglia! Prato si racconta per il Cinema” sarà mercoledì 10 luglio, alle ore 22.00, presso il Palazzo delle Professioni (via Pugliesi, 26), con una veglia all’ascolto dei racconti pratesi del ragionier Fabrizio Marchi. Commercialista di numerose aziende dagli anni 60’ in avanti, Fabrizio Marchi sarà, insieme ad alcuni amici, il primo dei narratori della storia imprenditoriale e professionale della città. La prima “Veglia” del 10 luglio si terrà al termine di una camminata, organizzata dall’Ordine dei Commercialisti e Esperti Contabili di Prato, dal titolo Sunset Run, arrivata alla seconda edizione, che prevede 10 chilometri di corsa o 5 chilometri di camminata, con partenza dalla corte interna del palazzo delle Professioni (ritrovo ore 19.30, quota di partecipazione, € 10). Gli incassi dell’iniziativa saranno devoluti ad AIL Associazione per la lotta alle Leucemie sezione di Prato.
A sottolineare la centralità del tessuto, come elemento materiale e simbolico della storia di una città, ci saranno gli allestimenti, curati dall’architetto Luigi Formicola. Si tratta di elementi scenici a sorpresa che invaderanno gli spazi, apparentemente in modo casuale, in realtà con un fil rouge e una coerenza di contenuti. Si tratta dei variopinti e allegri tessuti provenienti dal distretto tessile pratese e messi a disposizione dallo sponsor dell’evento, AVIEM Tessuti srl di Montemurlo. Gli altri due appuntamenti in programma si terranno da settembre in poi, all’interno di un edificio di archeologiaindustriale pratese e a Manifatture Digitali Cinema Prato.
“Siamo molto lieti dell’opportunità – ha affermato Stefania Ippoliti, responsabile Area Cinema Fst – che ci ha dato l’amministrazione comunale di Prato, nell’ospitare un’iniziativa che mette a confronto due mondi produttivi, quello del tessile e quello dell’audiovisivo. I Pratesi sono molto legati e orgogliosi della propria città, e il fatto che si sia potuto realizzare questo ciclo di “Veglie”, ne è un’ulteriore conferma. La collaborazione con l’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti contabili di Prato sugli aspetti creativi del progetto, inoltre, è un’esperienza del tutto nuova, che non ha precedenti in Italia, e che non fa che ribadire l’entusiasmo e la passione dei professionisti pratesi nell’essere protagonisti del rilancio della città, grazie alla valorizzazione che il cinema potrà fare delle storie di vita e di lavoro legate al tessile”.
“Accompagnare imprenditori e imprese, come fanno ogni giorno i Commercialisti, aiuta a conoscere in profondità l’anima produttiva di una città come Prato – ha affermato Filippo Ravoni, presidente dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Prato. Questo progetto ha il merito di intrecciare memoria e contemporaneità, perché la Prato di oggi e le sue straordinarie eccellenze non si comprendono senza il know how umano e professionale che la caratterizza, oggi come nel passato. Non si tratta quindi di guardare indietro, ma piuttosto di raccontare per dare un contributo al futuro”.