È stato tra gli ospiti della quarta puntata di Intoscana Incucina, il format social che si è tenuto da Eataly Firenze, anche Luca Calvani, l’attore pratese che ha recitato in film importanti come “To Rome with love” di Woody Allen e ora sta per debuttare alla regia con il suo primo lungometraggio, “Il cacio con le pere”, ovviamente ambientato in Toscana. La commedia, girata tra Prato e San Casciano, racconta la storia di due fratelli che non vanno d’accordo e sono invece costretti a lavorare insieme quando ricevono in eredità una grande proprietà agricola e il testamento prevede che la debbano gestire fianco a fianco.
Luca, com’è stato passare dietro la macchina da presa?
“Sto montando il film adesso, è stata un’esperienza meravigliosa girarlo ma anche faticosa, una vera galoppata. È la storia di due fratelli molto diversi per ambizioni, per vita e aspettative, uno lo interpreto io e l’altro Francesco Ciampi, non si vogliono bene ma poi una prozia interverrà nelle loro vite e li coinvolgerà in un progetto dove saranno costretti a lavorare insieme, è la classica situazione dove i due devono imparare a volare insieme o saranno condannati a una vita infelice, è come se fossero l’uno la cryptonite per l’altro ma sono anche l’ostacolo da superare per evolversi e diventare persone migliori”.
Sei un attore ma hai lavorato anche nella moda, hai prodotto una linea di candele e profumi, ti piace esplorare territorio sempre nuovi?
“La pelle che vesto più volentieri è quella del design, la direzione creativa è quello che faccio. Il mio ultimo progetto è quello de Le Gusciane, un casale che ho ristrutturato a Camaiore, avevo voglia di creare un piccolo retreat in Toscana che avesse il sapore dei B&B dove si va in Inghilterra, nel Cotswold o vicino a Bath, queste zone dove c’è questa ospitalità molto particolare, di altissimo livello come cucina e anche per quello che si può bere, però accogliente. Ho comprare due ettari in questo posto bellissimo e ho creato un’ospitalità a cinque stelle però per due coppie al massimo. È una casa del 1860 e siccome ha proprio la forma a cottage inglese l’ho arredata come una casa inglese del secolo scorso. Una volta al mese lo chef Marco Bianchi viene a cucinare per noi e abbiamo coinvolto anche eccellenze toscane e italiane come Frescobaldi, che ha proposto per noi un proposto enologico di degustazioni.
Ho scoperto Camaiore quando cercavo un posto dove vivere, volevo un posto che mi facesse sentire bene quando aprivo gli occhi la mattina e Camaiore per me è il massimo.”
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
“Sto lavorando a un gin infuso all’elicriso che ho chiamato proprio Elicriso, un anno e mezzo fa ho scoperto che l’80% del ginepro con cui si fa il gin viene prodotto proprio in Toscana e allora ho deciso di farlo anche io, ho scelto l’elicriso perché da secoli è considerata una bianca benefica, ha proprietà calmanti e molto fresche, lo produciamo a Prato in un opificio con l’acqua di Pracchia e il ginepro viene da Pontassieve.”
A proposito di cibo invece, cosa significa per te la cucina?
“La cucina per me è stata sempre importante per me, è stato il primo modo di esprimermi che ho avuto, a 19 anni quando sono andato a vivere a New York era il mio modo di intrattenere le persone, le invitavo a casa mia e cucinavo per loro le lasagne, anche a Roma ho sempre fatto delle cene per i miei amici, preparavo la pizza tutti i martedì. La cucina mi tranquilizza ed è sempre il primo posto dove vado quando entro a casa di qualcuno.”
Hai un piatto preferito toscano?
“Sicuramente la ribollita, la classica minestra di pane, ma mi piacciono i tortelli di patate mugellesi e i crostini ai fegatini. Anche i tordelli di Camaiore sono buoni ma difficilissimi da fare perché sono a base di tre tipi diversi di carne, praticamente sono tre cene diverse che frulli e metti insieme alle verdure.”