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Pioppo, albero anti-inquinamento da materie plastiche

Lo studio della Scuola Sant’Anna dimostra che la pianta è in grado di ‘assorbire’ una sostanza impiegata nella produzione di plastica e pone le basi per valutare come il pioppo possa anche smaltire le sostanze tossiche con i propri tessuti vegetali

Pioppo

Il pioppo assorbe il diottilftalato (una sostanza inquinante utilizzata per la produzione delle materie plastiche) e – successivamente – potrebbe essere in grado di attivarne la degradazione attraverso i propri tessuti vegali.

A rivelarlo, attraverso uno studio pubblicato sulla rivista “Environmental Science and Pollution Research” è stato un team di ricercatori dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Sant’Anna di Pisa, che spiega come questa pianta potrebbe essere adatta per ridurre gli impatti sull’ambiente, derivanti dall’utilizzo di tali composti, nella produzione della plastica. 

Gli studiosi del team, Francesca Vannucchi, Alessandra Francini, Erika Carla Pierattini e Luca Sebastiani in collaborazione con Andrea Raffaelli dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, hanno dimostrato come il pioppo sia in grado di assorbire e accumulare queste sostanze tossiche attraverso le proprie radici. Questo studio pone dunque le basi per approfondire il metabolismo e la degradazione di queste sostanze tossiche all’interno dei tessuti vegetali. Studi importanti, in quanto, i ftalati sono micro-inquinanti che provocano effetti negativi sul funzionamento degli ecosistemi e sulla salute umana: si trovano in particolar modo nel Pvc ma trovano impiego anche in profumi, pesticidi, smalti per unghie e vernici.

 

  

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