Cultura/

L’Opificio delle Pietre Dure restaura un’opera di Marcel Duchamp

Si tratta della ‘Scatola in una valigia’, custodita nella Collezione Peggy Guggenheim, a Venezia

‘Scatola in una valigia’, opera di Marcel Duchamp, - © © Succession Marcel Duchamp, by SIAE 2008 Foto Sergio Martucci

Sarà l‘Opificio delle Pietre Dure di Firenze ad occuparsi de restauro dell’opera di Marcel Duchamp, ‘Scatola in una valigia’, custodita nella Collezione Peggy Guggenheim a Venezia. L’opera, già arrivata in città e che sarà dunque sottoposta dagli esperti ad un intervento di studio e conservazione, è un esemplare della ‘Boite-en-valise’,  il primo di un’edizione deluxe di venti valigette da viaggio Louis Vuitton in cui l’artista francese ha raccolto 69 riproduzioni e miniaturizzazioni di suoi celebri lavori realizzate su supporti diversi: pelle, carta fotografica con aggiunte a matita, acquerello e inchiostro.

Tra le riproduzioni c’è una miniatura del famoso orinatoio rovesciato, ‘Fontana’ del 1917, e una riproduzione di un ‘ready-made rettificato’ del 1919 della Gioconda di Leonardo da Vinci, con barba e baffi. Le venti valigie contengono, oltre alle riproduzioni, un originale diverso per ogni valigetta: in quella arrivata all’Opificio c’è la riproduzione de ‘Le roi et la reine entourès de nus vites’ (del 1912), colorata ex-novo dall’artista proprio per quest’opera. Presente, infine, anche una dedica a Peggy Guggenheim, che sostenne economicamente Duchamp.

Con l’affidamento della ‘Scatola in una valigia’ al laboratorio di Firenze prosegue quindi la collaborazione tra l’Opificio e la Collezione Peggy Guggenheim che nel 2013 aveva portato al restauro dell’opera di Jackson Pollock, Alchimia.

“Quest’opera segna la seconda tappa di questa collaborazione – ha detto Marco Ciatti, soprintendente dell’Opificio – e come tutte le altre opere la procedura prevede di studiare attentamente l’oggetto tramite indagine diagnostica e con gli esperti approfondire lo studio dei significati. Poi sarà questione di individuare le tecniche di intervento adeguate per il restauro”.

“Per la fragilità dell’opera e per questioni di spazio non sarà sempre possibile esporla – ha spiegato la direttrice della collezione Guggenheim, Karole Vailma da metà settembre sarà in mostra per tre mesi e poi ci saranno altre opportunità”.

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