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Conte in diretta Facebook: ‘Stop alle attività produttive non essenziali’. Il nuovo DPCM

L’annuncio del presidente del Consiglio dei Ministri è arrivato nella tardissima serata di sabato. Ferme tutte le attività non essenziali. Il nuovo decreto è stato varato domenica ed è già in vigore

Giuseppe Conte

Era necessario compiere un ulteriore passo per contrastare l’emergenza sanitaria dovuta al dilagare del Corona Virus. E la stretta – attesa  e richiesta peraltro da alcuni governatori – è arrivata. L’annuncio nella tardissima serata di sabato: il premier Conte in diretta Facebook ha informato gli italiani sulla decisione di ‘chiudere in tutto il territorio nazionale ogni attività produttiva non necessaria, non indispensabile a garantirci servizi essenziali’. Il DPCM è stato poi varato nella giornata di domenica ed entra in vigore da oggi, 23 marzo.

FERMI I SERVIZI NON ESSENZIALI – Dunque stop alle fabbriche, come avevano chiesto da tempo le Regioni del Nord del Paese, quelle che vivono la situazione più critica, quelle che sono al collasso.  Conte però ha assicurato che “continueranno a restare aperti tutti i supermercati, i negozi di generi alimentari e di prima necessità’. Il messaggio –  sull’acquisto di beni per la sopravvivenza è chiaro: non ci sarà bisogno di fare corse per gli acquisti alimentari. Tutto aperto. Continua il lavoro anche per  farmacie, servizi bancari, postali assicurativi, oltre a tutti i servizi pubblici essenziali come i trasporti. Ma “al di fuori delle attività essenziali – precisa ancora il presidente del Consiglio – consentiremo solo il lavoro in modalità smart working e attività produttive rilevanti per il Paese. Riduciamo il motore produttivo dell’Italia, ma non lo arrestiamo”. Qui il testo del DPCM

LO STATO C’E’ – E’ la più grave crisi dal secondo dopoguerra. Conte lo ricorda e torna subito dopo a cercare di compattere l’unità del paese. ‘Lo Stato comunque c’è – assicura  – uniti ce la faremo”.

 

IL BOLLETTINO DEL 21 MARZO – La decisione del Governo sulla chiusura delle attività non essenziali è arrivata dopo la crescita esponenziale di contagiati e morti.  Sabato i deceduti sono stati 793, di cui 546 solo in Lombardia. Dall’inizio della pandemia in Italia sono 4825 le persone che non hanno vinto la battaglia contro il virus. I malati sono 42.681.

IL BOLLETTINO DEL 22 MARZO – Secondo i dati diramati ieri dalla Protezione Civile in Italia sono stati 59.138 i casi totali. Sono 7.024 le persone guarite. I deceduti sono 5.476, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.

LE REGOLE, IL DISTANZIAMENTO SOCIALE – Attenersi alle regole rimane oggi la prima condizione per contrastare il contagio da Corona Virus. Lo ricorda il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. ‘La ricetta è quella del distanziamento sociale. Non abbiamo ancora preso sufficientemente sul serio il pericolo”. Poi la doccia fredda: per sperare in un vaccino, aggiunge, bisogna aspettare fine anno. Ancora troppi trasgressori rispetto alle direttive del Governo: ieri i denunciati sono stati 10mila.

MEDICI, EROI IN CAMICE BIANCO – Le buone notizie arrivano invece dai medici. Sono stati oltre 8 mila quelli che hanno risposto all’appello per partecipare alla task force di 300 volontari da inviare nelle aree più colpite dall’emergenza. “Grazie a tutti, eroi in camice bianco”, ha detto Conte.

12 MILIONI DI MASCHERINE DALLA CINA – Infine il capitolo relativo ai dispositivi di protezione individuale che continuano a scarseggiare in Italia. La prossima settimana ne sono attese 12 milioni dalla Cina grazie all’accordo tra il Governo, la Byd e un’altra azienda privata cinese. A mediare in questa operazione è stata la Farnesina.

STRETTA SUGLI SPOSTAMENTI, STOP A QUELLI FUORI COMUNE – Firmata ieri l’ordinanza Lamorgese-Speranza (i cui contenuti sono riportati anche nell’ultimo DPCM) che interessa tutto il territorio nazionale. Al centro del provvedimento lo stop agli spostamenti con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano le persone fisiche. Uniche eccezioni: comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.

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