Sono 151 i nuovi casi di Coronavirus nella nostra regione. La Toscana registra anche il decimo decesso tra i pazienti positivi al virus: si tratta di un ottantottenne di Poggibonsi (Siena), ricoverato all’ospedale senese Le Scotte dal 7 marzo.
Complessivamente finora in regione sono 781 i contagiati dall’inizio dell’emergenza. Tra questi anche sette guarigioni virali, i cosiddetti ‘negativizzati’, uno in più rispetto a ieri e cinque guarigioni cliniche. Riguardo ai decessi, per i quali “spetterà all’Iss attribuire le morti al coronavirus“, si tratta di pazienti tra i 70 e i 98 anni, affetti da più patologie.
Ancora, in Toscana a oggi sono 282 i ricoverati in ospedale di cui 107 in terapia intensiva.
La suddivisione dei casi per provincia di segnalazione, che non necessariamente sempre corrisponde con quella di residenza, è la seguente: 162 Firenze, 79 Pistoia, 42 Prato (totale Asl centro: 283), 130 Lucca, 108 Massa-Carrara, 71 Pisa, 50 Livorno (totale Asl nord ovest: 359), 38 Grosseto, 60 Siena, 41 Arezzo (totale sud est: 139).
Sono invece cresciute in un solo giorno di 1.259, arrivando a quota 7.443, le persone in isolamento domiciliare in tutta la Toscana, di cui 3.725 prese in carico attraverso i numeri dedicati, attivati da ciascuna Asl.
Di quest’ultimi sono 2.163 nella Asl centro (Firenze – Empoli – Prato – Pistoia), 142 persone nella Asl nord ovest (Lucca – Massa Carrara – Pisa – Livorno) e 277 nella sud est (Arezzo – Siena – Grosseto). Gli altri 3.718 sono cittadini che hanno avuto contatti stretti con casi positivi: 573 nella Asl Centro, 1.632 nell’Asl Nord Ovest e 1.513 nell’Asl Sud Est. Dall’1 febbraio ad oggi sono in tutto stati esaminati 5.132 tamponi, in alcuni casi sono stati effettuati più test per la stesso paziente.
NUOVA ORDINANZA DEL PRESIDENTE ROSSI. Il governatore ha firmato oggi una nuova ordinanza, la numero 12, con ulteriori misure per prevenire e contenere la diffusione dell’epidemia da Covid-19.
Sono due le azioni disposte con il provvedimento: la chiusura temporanea, fino al 3 aprile 2020, delle strutture semiresidenziali per anziani e disabili, i cosiddetti centri diurni, e l’istituzione di una commissione di esperti per definire le linee guida di indirizzo per i percorsi di cura destinati ai pazienti affetti da Covid-19.
La sospensione da lunedì 16 marzo delle attività dei centri diurni – disposta dopo un confronto con i gestori delle strutture e le rappresentanze sindacali dei lavoratori – risponde alla necessità di rafforzare ulteriormente le misure di sorveglianza sanitaria per contenere e mitigare l’espansione della malattia infettiva, soprattutto per la popolazione più fragile ed esposta al rischio di contagio, come anziani e disabili.
Resta fermo che nei casi ritenuti necessari dai servizi competenti, l’assistenza sarà comunque garantita sulla base di singoli piani assistenziali personalizzati, ove possibile dalle stesse strutture in raccordo con i servizi territoriali aziendali di riferimento (le Asl): presso il domicilio degli assistiti o, eventualmente, attraverso la predisposizione di piani residenziali temporanei. Le eventuali attività assistenziali necessarie verranno rimborsate da parte delle Asl utilizzando le risorse destinati alle convenzioni in essere con i centri diurni.
L’altra disposizione dell’ordinanza presidenziale riguarda, come detto, l’istituzione di una commissione di esperti, designati dai direttori generali delle Aziende sanitarie e coordinata dal direttore regionale competente in materia di diritto alla salute, con il compito di definire, entro la giornata di lunedì 16 marzo, le linee guida di indirizzo per il percorso diagnostico-terapeutico in ambito ospedaliero e sanitario per pazienti affetti da Covid-19.
La commissione, in particolare, dovrà delineare le caratteristiche cliniche e terapeutiche che sarà necessario attivare, in un crescente livello di intensità di cura, dal momento dell’entrata in ospedale del paziente fino all’eventuale ricovero in terapia intensiva. La commissione avrà anche il compito di aggiornare costantemente le linee guida, in relazione con l’evoluzione della situazione complessiva.
POLEMICA MASCHERINE. Oggi in Toscana la Regione, attraverso Estar, ha distribuito 94.000 mascherine “sicure, tra certificate e testate“. Lo ha reso noto il governatore toscano Enrico Rossi dopo le polemiche per le mascherine inviate dalla Protezione civile nazionale e dopo la lettera aperta degli Ordini degli infermieri per chiedere dispositivi adeguati e indicazioni su quali utilizzare e dove.
“Le mascherine della Protezione civile sono in attesa di validazione da parte dell’Iss – afferma Rossi -. Ma siamo in emergenza sanitaria ed occorre distribuire in questo momento tutto quello che abbiamo. Sto comunque preparando un atto, assieme agli esperti dell’unità di crisi, per il corretto uso dei dispositivi“.
Sarà un vademecum che classificherà le mascherine in base all’efficacia e dirà quale utilizzare per ogni circostanza. “Per quel che riguarda la Regione Toscana – prosegue Rossi – attraverso Estar distribuiremo” “40mila mascherine a marcatura CE, idonee dunque a tutti gli effetti, e di 54 mila autoprodotte in Toscana in tessuto non tessuto a triplo strato e con elastico, già testate dal dipartimento di chimica dell’Università di Firenze, di qualità certamente migliore rispetto a quelle della Protezione civile nazionale e che riceveranno secondo le procedure la validazione dell’Iss nelle prossime ore“.
Ieri erano già state distribuite 39.500 mascherine ‘made in Tuscany” di ugual tipo e 95.300 della Protezione civile nazionale. “Non è comunque il tempo delle polemiche – torna ad affermare Rossi – e a tutti gli operatori sanitari inviamo il nostro ringraziamento ed apprezzamento per il grande lavoro che svolgono ogni giorno. Il nostro impegno è massimo per consentire loro di continuare a lavorare in sicurezza e tranquillità. In questo modo, tutelando anzitutto la salute dei lavoratori, siamo certi che arriveremo fino in fondo e ce la faremo“