Torna a splendere dopo il restauro la Madonna con bambino, statua in stucco policromo risalente ai primissimi anni del Quattrocento realizzata per la devozione personale, che era presente nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze.
Conosciuta in passato dai fedeli anche come “Madonna nera”, per il colore assunto nel tempo, grazie al restauro l’opera è tornata ad assumere la sua colorazione originale.
Scoperta nei depositi della basilica fiorentina dopo un lungo silenzio durato più di 70 anni, e recuperata con il sostegno di Friends of Florence, la scultura fu citata per l’ultima volta nel 1952 come un’opera collocata sull’ultimo altare a destra entrando in chiesa dedicato all’Arcangelo Raffaele.
Probabilmente fu in quel periodo che venne ricoverata nel convento dei Carmelitani e poi riposta e dimenticata nei depositi dove è stata trovata prima dell’odierno restauro.
L’opera fu creata con la tecnica “a calco”, una pratica seriale diffusa nel Quattrocento, e appartiene alla tipologia più replicata nel periodo, quella tradizionalmente riferita a Lorenzo Ghiberti.
Come spiega Beatrice Rosa, dottoranda di Storia dell’arte dell’Università di Trento che ha condotto le ricerche sull’opera: “Le fonti testimoniano che la Madonna con in braccio il Figlio ritratto in una posa sgambettante, fu donata da una “pia donna” alla chiesa di Santa Maria del Carmine nel 1642 e nel 1644 fu collocata sull’altare della Cappella Brancacci, dove rimase fino ai primi anni Settanta dell’Ottocento divenendo un vero e proprio oggetto di culto, portata in processione ogni estate per quasi 250 anni. Per volontà dei fedeli fu realizzato un tabernacolo dorato che tuttora la conserva.”
L’opera è stata collocata temporaneamente sull’altare della Cappella Brancacci.
