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I Neko At Stella tornano dalle sabbie del silenzio con il desert core di “Into The Wasteland”

La band toscana torna sulle scene dopo una lunga e necessaria pausa con l’album “Into The Wasteland”, giovedì 17 aprile release party al Terminale e Prato, e sabato 19 aprile in concerto al SNR di Colle Val d’Elsa

Neko At Stella

Dopo sette anni di silenzio, i Neko At Stella tornano con un disco che contrappone alle rovine emotive e sonore del nostro tempo muri di suono incandescenti e visioni psichedeliche.

La band toscana stoner/psychogaze formata da Glauco Boato, Jacopo Massangioli e Roberto Pecorale ha da poco pubblicato il terzo disco “Into The Wasteland”  a sette anni di distanza dal precedente “Shine” definito dalla rivista Rumore come una pietra angolare del desert core.

Il lungo periodo di pausa è stato necessario per maturare e mettere nuovamente a fuoco le idee e delineare i contorni cupi dei tempi che viviamo, la terra che abitiamo, ormai ridotta ad un guscio arido e morente.

Il disco nasce dalla preziosa collaborazione con Håkon Gebhardt, cantautore e musicista che ha girato il mondo alla batteria dei Motorpsycho.

Ecco la nostra intervista a Roberto Pecorale

“Into The Wasteland” è un titolo molto evocativo, terre desolate…

Siamo partiti dal libro “La terra desolata” di T.S. Eliot. Non si tratta di un concept album, però ci sono diversi brani che sono ispirati soprattutto per alcune immagini molto evocative che ci piacevano a questo poemetto degli anni ’20. Il poeta cammina sulle macerie, compie un viaggio in Europa alla fine della prima guerra mondiale e ci sembrava che ci fossero molti punti in comune col presente o comunque che ci fossero molte tematiche attuali con il mondo che stiamo vivendo oggi.

Neko At Stella, Into The Wasteland

La copertina che è curata da Elisa Brilli riprende un punto de La Terra desolata in cui Eliot si trova a passeggiare sul London Bridge e incontra una serie di volti, fantasmi, che non si sa se siano reali. Elisa è stata fenomenale a riportare con la sua arte questo tipo di immagine che ci ha catturato e ci ha sorpreso.

Il vostro sound definito “desert core” unisce lo stoner, la psichedelia, ha dei suoni molto vintage, è raro sentire queste sonorità oggi

Sì, non è un segreto, ci ispiriamo in modo molto forte a sonorità di fine anni ’60, inizio anni ’70. Il nostro mondo ha una forte connotazione blues. Håkon Gebhardt che non finiremo mai di ringraziare ci ha aiutato nella produzione e ci ha seguito nell’ultimo anno, lui ci ha aiutati ad uscire da questa nostra tendenza a finire nelle sonorità tipiche del blues. Ci piace molto aggiungere, arricchire anche con sonorità più pesanti con il giusto condimento di psichedelia, atmosfere dilatate, brani lunghi. Aggiungerei che quello che contraddistingue molto i nostri pezzi sono dinamiche che vanno dal pianissimo al fortissimo. Tanto vuoto e tanto pieno, non abbiamo vie di mezzo.

Quanta voglia avete di tornare a suonare?

Tantissima anche perché dopo tutta questa attesa non vediamo davvero l’ora di poter suonare e portare in giro questi brani. Un doveroso ringraziamento va alle etichette con cui il disco esce ovvero Dischi Soviet Studio di Padova e Santa Valvola Records che ci stanno dando davvero un grosso aiuto a trovare date.

Tutti i concerti dei Neko At Stella

17 aprile, Terminale, Prato
19 aprile, SNR di Colle Val D’Elsa

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