Dichiarare lo stato di emergenza nazionale per una veloce ripresa e il ripristino delle condizioni di sicurezza. Con questo obiettivo il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha riunito a Firenze, nella sede della presidenza, domenica 16 marzo i sindaci, amministratori, i vertici nazionali della Protezione civile, vigili del fuoco e volontariato. Presente anche il capo del Dipartimento nazionale, Fabio Ciciliano.
“Il senso di questa riunione – spiega Giani – è quello di far comprendere l’urgenza che venga recepita la richiesta di dichiarazione di emergenza nazionale. E’ un passaggio fondamentale per affrontare i problemi del ripristino di condizioni di sicurezza e vivibilità e per consentire alle popolazioni e alle attività danneggiate di accedere a sostegni finanziari e ristori. La risposta alla emergenza causata dall’ondata di maltempo è stata straordinaria: da parte dei Comuni e dei loro sindaci, della nostra Protezione civile e di quella Nazionale, grazie all’intervento delle colonne mobili di altre Regioni italiane, in forza della mobilitazione nazionale disposta dal Ministero. Questo ulteriore passo, l’emergenza nazionale, è necessario per rendere più sicuro e spedito il cammino della ripresa, consentendo ai sindaci di fronteggiare le somme urgenze e di poter contare su solide previsioni finanziarie”.

Il presidente Giani, ricostruendo l’intenso lavoro di questi giorni, ha sottolineato i due temi “che emergono nettamente dalla gestione di questa emergenza meteorologica: la prima è senz’altro la sfida vinta nei confronti della minaccia rappresentata dalla piena dell’Arno. Sono stati scongiurati esiti disastrosi, soprattutto per Pisa, grazie all’efficacia delle opere realizzate nel corso degli anni per mettere in sicurezza il fiume. Innanzitutto il canale scolmatore di Pontedera, che, lo ricordo, è stato costruito negli anni ‘60, ma reso realmente funzionale grazie agli interventi e agli investimenti, anche recenti, della Regione Toscana. E poi il sistema della casse di espansione, tra quelle pienamente realizzate, come Roffia, e quelle in via di realizzazione come Pizziconi e Restone. Ma l’emergenza ha anche mostrato la necessità di prestare una maggiore attenzione al reticolo dei corsi d’acqua minori, che in condizioni di alta criticità, come in questi giorni, possono rappresentare un serio problema, come dimostrano gli eventi di Sesto Fiorentino.”
Gli effetti dei cambiamenti climatici richiedono dunque strumenti nuovi, anche normativi: “Un vero e proprio piano intersettoriale di azioni – spiega ancora Giani – che consenta ai Comuni di rimettere mano alla gestione ambientale, infrastrutturale dei loro territori, individuando quelle opere che nelle condizioni di oggi richiedono una diversa collocazione. Su questo avvieremo subito un lavoro di confronto, innanzitutto con gli enti locali”.
In attesa delle valutazioni previste per la dichiarazione di emergenza nazionale, anche alla luce di possibili nuove perturbazioni che interesseranno la Toscana, Ciciliano ha invitato gli amministratori locali ad intervenire sulle reali somme urgenze, considerando che è comunque attivo lo stato di mobilitazione nazionale.
Ciciliano ha poi ricordato il contributo fondamentale del Corpo dei Vigili del fuoco e l’azione dei volontari di Protezione civile, ricordando che in questo momento in Toscana è attivo lo stato di mobilitazione nazionale (così come su altri due fronti: in Emilia Romagna e ai Campi Flegrei). “In poche ore i volontari che si sono concentrati qua in Toscana hanno raggiunto il numero di mille, ciò significa che i sistemi locali, il sistema regionale e il Dipartimento Nazionale riescono a rispondere in maniera sinergica e tempestiva alle esigenze della comunità”.