Musica/

Emozioni nelle corde: in concerto a Firenze la violoncellista di fama mondiale Julia Kent

Domenica 16 marzo arriva al PARC la violoncellista ipnotica che ha suonato anche insieme ad Anthony and The Johnsons e si divide tra la carriera solista, le collaborazioni con il mondo della danza e le colonne sonore per il grande schermo

Julia Kent

All’interno della rassegna Mixité dedicata al sound globale a cura di Toscana Promozione Musica, domenica 16 marzo arriva in concerto allo spazio PARC (piazzale delle Cascine) la violoncellista di fama mondiale Julia Kent. 

Julia Kent, artista canadese di stanza a New York, già in formazione con band del calibro di Antony and the Johnsons, si è esibita esibita nei più grandi festival del mondo dal Primavera Sound al Donau Festival, dall’Unsound Festival al Mutek.

Quando mi esibisco dal vivo, con la danza o col teatro, sento la fragilità del nostro mondo fisico.Sul palco io ho uno strumento che media per me, loro invece sono nudi

Kent ama mettere la sua musica al servizio di altre discipline artistiche accompagnando performance teatrali e di danza: Royal luJDramatic Theatre Stockholm, Ballet Nationaltheater Manheim, Balletto Civile, Balletto Teatro di Torino.

Julia ha lavorato spesso anche per il cinema, un suo brano figura in “This must be the place” di Paolo Sorrentino.

La sua colonna sonora per “Stories from the sea” di Jola Wiezcorek si è aggiudicata il premio per la “miglior musica in un film documentario” al Max Ophüls Prize Film Festival.

Negli ultimi anni Julia Kent ha intensificato l’attività solista, performando in centinaia di concerti e firmando cinque album.

“Delay” (Important, 2007), ispirato al disorientamento legato al senso del viaggio, “Green and Grey” (Tin Angels, 2011), che evoca il rapporto tra processi organici e tecnologia, “Character” (il primo per la prestigiosa label inglese Leaf, uscito a marzo 2013), un viaggio nella propria geografia interiore.

Nel 2025 è la volta del teso e dissonante “Asperities”, dedicato a temi universali quali senso di colpa e paura, seguito nel 2019 da “Temporal”, quinto e per ora ultimo lavoro in studio, una meditazione sulla natura fragile e transitoria dell’esistenza.

“Gran parte della musica del disco è stata scritta per opere teatrali e di danza, traendo ispirazione da testi o coreografie a cui reagiva – ha spiegato Julia Kent – ma i brani sembravano venire tutti fuori dal medesimo mondo emotivo ed è stato naturale assemblarli in un album. Quando mi esibisco dal vivo, con la danza o col teatro, sento la fragilità del nostro mondo fisico. Danzatori e attori, chiunque abbia come strumento il proprio corpo, non ha nulla con cui proteggersi dalle leggi della gravità e del tempo. Sono molto forti eppure esposti e soggetti a limiti in modo molto più radicale di altri, per via della corporalità del loro lavoro. Sul palco io ho uno strumento che media per me, loro invece sono nudi”.

Stories from The Sea

Informazioni sull’evento:

Tutti gli eventi nel calendario di
I più popolari su intoscana