Nei primi tre mesi di sperimentazione i risultati sono stati incoraggianti e così la giunta regionale ha deciso di estendere lo psicologo di base ad altre dieci case di comunità: un nuovo professionista potrà così offrire un primo livello di assistenza per poi orientare il paziente verso uno specialista. Il servizio è gratuito per i cittadini, attivabile dai medici di famiglia e dai pediatri di libera scelta che operano all’interno delle case di comunità coinvolte nella sperimentazione.
“La scelta di questa sperimentazione che ulteriormente ora rafforziamo – commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani – va nel segno della Toscana diffusa e del potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale, ma nasce anche dalla considerazione di un’attenzione rafforzata verso i problemi psicologici, a volte sottovalutati o trascurati dai cittadini”.
L’obiettivo dello psicologo di base, come spiega l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, “è intercettare precocemente e diminuire il peso dei disturbi psicologici nelle nostre comunità. In Toscana, da alcuni mesi, lo stiamo facendo all’interno delle case di comunità in raccordo con la medicina generale, i pediatri di libera scelta e i servizi già offerti dal nostro sistema sanitario”.
La sperimentazione in Toscana
Da settembre fino ad oggi, la sperimentazione era partita in sette case di comunità: in quella Querceta a Seravezza, dove operano due psicologi, in quelle di San Giovanni Valdarno, Fontebecci a Siena e Orbetello, con altri tre professionisti, e nelle case di comunità in viale Morgagni, alle Piagge e al presidio Dallapiccola a Firenze con ulteriori tre psicologi. Nei primi tre mesi di attività gli otto professionisti avevano già preso in carico 159 pazienti: 85 nel capoluogo regionale, 31 nel territorio dell’Asl Toscana Sud Est e 43 a Seravezza.
La giunta ha deciso ora di estendere il servizio in altre dieci case di comunità distribuite nelle tre Asl. Oltre a Firenze nell’Asl Toscana centro il servizio sarà attivo ad Empoli, Prato e Pistoia, nell’Asl Toscana nord ovest si aggiungono le case di comunità di Lucca, Massa, Livorno e Pisa e le case di comunità di Arezzo, Grosseto e Abbadia San Salvatore per la Toscana Sud est. Ovunque la sperimentazione, nelle sedi nuove e in quelle già attive, terminerà a marzo 2026. Per il servizio nelle dieci nuove casa di comunità la Regione ha assegnato un ulteriore finanziamento di 450mila euro alle aziende.
La casistiche affrontate dagli psicologi in questi primi mesi spaziano da disturbi legati a depressione, stress, crisi di panico, agorofobia, emotività e disagi legati a lutti o perdita ed assenza di lavoro. Ma i disturbi, a volte somatizzati, hanno avuto in alcuni casi come causa anche conflitti e separazioni, cambiamenti imposti da una malattia, la transizione da infanzia ad adolescenza, la nascita di un figlio o il pensionamento, crisi di coppia o nelle relazioni tra genitori e figli.