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Diversificazione delle aziende agricole: boom di domanda per il bando della Regione

Sono 940 le domande presentate per il sostegno per realizzare attività come l’enoturismo, le fattorie didattiche o le degustazioni

Una fattoria didattica

Boom di richieste per il bando “Investimenti nelle aziende agricole per la diversificazione in attività non agricole” della Regione Toscana, che si è chiuso oggi con 940 domande presentate.

La diversificazione nel mondo dell’agricoltura

Fattorie didattiche, enoturismo oppure oleoturismo sono solo alcune delle attività extra-agricole che si potranno svolgere nelle aziende agricole e che erano le protagoniste del bando inserito nell’ambito del Complemento per lo Sviluppo Rurale (CSR) FEASR 2023-2027 per l’anno 2024.

“Ci auguravamo che molte fossero le adesioni al bando perché dietro al concetto ‘diversificazione’ delle aziende agricole – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Toscana Stefania Saccardisi cela una miriade di iniziative, segnale di nuove strategie aziendali, soluzioni imprenditoriali che nascono per dare risposte al territorio e alle particolari esigenze di consumatori e utenti. Sono nuove forme a cui sentivamo di avere il dovere di dare attenzione e sostegno. Il successo riscontrato nella nostra proposta è un segnale di grande vitalità dell’ecosistema toscana e fiducia nella istituzione”.

Aziende più competitive e inclusive

Il bando aveva due obiettivi: migliorare la competitività delle aziende agricole e promuovere l’occupazione, la crescita, la parità di genere, inclusa la partecipazione delle donne all’agricoltura, l’inclusione sociale e lo sviluppo locale nelle zone rurali.

Il bando concede un sostegno del 50% per tutti gli investimenti ammissibili con una maggiorazione del 10% per gli investimenti in zona montana.

La concessione del sostegno agli investimenti prevede che l’azienda agricola realizzi attività extra come l’ospitalità, compresa quella in spazi aperti, la somministrazione pasti, la degustazione e organizzazione di eventi promozionali all’agricoltura sociale. E ancora attività educative e didattiche, attività di trasformazione di prodotti agricoli e di commercializzazione in punti vendita aziendali, ma anche attività turistico ricreative e legate alle tradizioni rurali, compreso l’enoturismo e oleoturismo.

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