Seduta solenne in Consiglio regionale per il Giorno del ricordo: la Toscana rinnova così la memoria sul massacro delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. “Noi abbiamo il dovere di ricordare, abbiamo la necessità di comprendere, di conoscere, di approfondire – ha detto il presidente dell’Assemblea Toscana, Antonio Mazzeo – Questo è un pezzo di storia del nostro Paese che per un certo periodo è stato quasi insabbiato finché un grande presidente toscano, Carlo Azeglio Ciampi, decise di istituire questo momento. E noi lo abbiamo colto subito perché la Toscana è un terra che non si è mai voltata dall’altra parte, e perché abbiamo la necessità di trasmettere soprattutto ai ragazzi più giovani pezzi di storia che hanno segnato la vita del nostro Paese”.
Nella sala consiliare sono intervenuti anche don Severino Dianich, docente emerito della facoltà teologica di Firenze e Elio Varutti, coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Udine. Per Mazzeo, il Giorno del ricordo è “molto meno divisivo di prima” perché “se usciamo fuori dalle ideologie ci rendiamo conto della gravità di quello che è successo in quei territori. Ogni regime, ogni condizione totalitarista non dovrebbe esistere perché ha fatto male alla costituzione di un’Europa di pace di cui abbiamo tanto bisogno anche oggi”.
Nel corso della seduta solenne è intervenuto anche il presidente della Regione, Eugenio Giani: “Il dramma di 350mila giuliano-dalmati scacciati solo perché italiani, il dramma delle foibe, con i numeri delle vittime che non si sapranno mai con esattezza, sono perenne fonte di memoria – ha poi aggiunto – In nome dell’Europa dobbiamo superare quelle lacerazioni” e “i martiri delle foibe devono essere una pagina della nostra storia che dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia”.