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Il ritorno dei Vanarin in Toscana per due date con il nuovo album “Hazy Days” 

Venerdì 31 gennaio al GOB di Viareggio e sabato 1° febbraio all’Ex Fila di Firenze la band psych-pop di radici italo-inglesi torna in Toscana per presentare il nuovo disco “Hazy Days”

VANARIN - © Andrea Benedetta Bonaschi

Vanarin la band psych-pop di radici italo-inglesi, composta da David Paysden, Marco Sciacqua, Massimo Mantovani e Marco Brena è pronta a tornare in Toscana per due date (venerdì 31 gennaio al GOB di Viareggio e sabato 1° febbraio all’Ex Fila di Firenze) per presentare il nuovo disco “Hazy Days”.

Il loro sound è caratterizzato da influenze brit-pop, r’n’b e neo soul, con un risultato di stampo internazionale.

Il progetto ha alle spalle tour in tutta Italia aprendo ad artisti del calibro di Thurston Moore, Public Image Ltd, Battles e non solo. Inoltre negli anni hanno partecipato a numerosi festival in Italia, tra cui MI AMI Festival, Siren Festival e Radio Onda D’urto, ma anche all’estero.

Il 17 gennaio 2025 è uscito per Dischi Sotterranei il terzo album “Hazy Days” in cui il gruppo si rivela nel pieno della maturità espressiva, dando alla luce un concept dove ogni brano rappresenta una fotografia dell’attuale evoluzione umana, divisa continuamente tra momenti di lucidità e smarrimento, speranza e disincanto, in un’epoca sempre più nebulosa e di difficile orientamento, dominata dalla tecnologia.

Ecco la nostra intervista a David Paysden

“Hazy Days” è il titolo del vostro disco, giorni nebulosi un po’ come quelli che stiamo vivendo adesso…

Assolutamente sì, il titolo dipende dal fatto che tutto il disco è una rappresentazione dell’inconscio, ogni pezzo fa riferimento a un pensiero sulla società e su come ci sentiamo rispetto ai cambiamenti. Ci sono tematiche anche più classiche, per esempio What we said è dedicato al pensiero ossessivo nei momenti di tensione con la persona che ami, My Circle invece parla della difficoltà di mantenere la privacy, un cerchio di sicurezza che la gente sembra sempre voler invadere in un momento in cui siamo sempre connessi. L’ultimo brano “Memories” invece raccoglie frammenti e pensieri che rappresentano la mia gioventù in Inghilterra, dove sono cresciuto da piccolo. Io sono arrivato a Bergamo a nove anni.

Nonostante queste tematiche abbastanza complesse devo dire che è un disco molto fresco, per esempio “Falling under” il mio pezzo preferito, mette di buon umore, è un disco molto ‘feel good’ si potrebbe dire

Ricarde tutto nell’ironia di parlare di tematiche introspettive, senza renderle pesanti all’ascolto. C’è anche da dire che più cresci più i pensieri che hai sulle cose che ti stanno attorno non sono nè belli nè brutti, ma piuttosto neutrali.

Siete al terzo disco, come vi siete conosciuti?

Ci siamo conosciuti tutti a Bergamo, in diverse situazioni musicali. Il giro a Bergamo è quello, ci metti poco a conoscere tutti. C’è stata una sorta di attrazione, ci siamo incontrati per caso e abbiamo capito che c’era una sintonia così abbiamo deciso di fare musica insieme.

Forse avevate anche influenze musicali simili come i Tame Impala o gli Hot Chip

La cosa che è divertente è che in realtà i Tame Impala ci piacciono ma non sono mai stati una nostra fonte di ispirazione, nonostante spesso veniamo associati a loro. In realtà abbiamo molte più influenze vintage come i Beatles per esempio, dai quali forse anche i Tame Impala hanno preso forte ispirazione. Sono più i Beatles che ci legano. Tra i contemporanei ci piace molto Blood Orange, James Blake.

Avete un bel tour davanti, è difficile per voi riuscire a suonare in giro, farvi conoscere, come vivete la situazione?

Per noi la situazione è un po’ particolare, senza volerci montare la testa, credo che siamo una delle poche band rimaste in Italia che fanno musica in inglese. Sicuramente è molto più difficile farci conoscere da una persona ‘media’, giustamente, è normale. Per noi è una sfida, farci capire e comprendere. Per il resto quando riusciamo a suonare e catturare l’attenzione le cose poi vengono da sé ed è sempre bellissimo scoprire che una persona ha ascoltato il nostro disco e gli è piaciuto.

Ma il nome Vanarin da cosa nasce? So che la domanda sul nome non si dovrebbe mai fare…

Il problema è che non ho mai una storia da raccontare quando mi fanno questa domanda. E’ venuto da sè, mi piaceva la sua musicalità. Può significare tutto e niente, su un dizionario urbano avevo trovato che poteva significare sia euforia che malinconia, un mix di significati.

I prossimi concerti all’Exfila

Le serate della rassegna Connections X all’Exfila proseguiranno il 14 febbraio con Annibale Night , in concerto Tanks &Tears (IT), Punchlove (USA) e Julee (FR). L’8 marzo in concerto Coca Puma (IT), il 29 marzo Annibale Night con Menades (FR), Sleap-E (IT), il 5 aprile in concerto Lo-Fi Le Fusa (Vincitori dell’ultimo Rock Contest), Cassandra (IT). Il 19 aprile Annibale Night in concerto Getdown Services (GB), Laventure (FR). Il 10 maggio Pellegrino & Zodyaco (IT).  Il 17 maggio Annibale Fest a sorpresa (More TBA).

VANARIN – © Andrea Benedetta Bonaschi
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