Dodici anni dopo la loro riorganizzazione, i Consorzi di Bonifica e Irrigazione della Toscana si confermano protagonisti nella difesa del suolo e nella gestione delle risorse idriche. La riforma introdotta con la legge regionale 79/2012, operativa dal 2013, ha portato alla riduzione dei Consorzi da 13 a 6 e a una gestione più efficiente dei corsi d’acqua e delle infrastrutture irrigue.
Il bilancio della riforma
“La scelta fatta dalla Regione Toscana nel 2012 si è rivelata visionaria e vincente“, afferma Serena Stefani, presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno. “Dopo 12 anni, i Consorzi sono enti preziosi e qualificati. Ora è necessario un ulteriore passo avanti, semplificando i procedimenti amministrativi, integrando competenze ambientali e formalizzando il ruolo dei Consorzi nel sistema di Protezione Civile“.
Anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha ribadito l’importanza del ruolo dei Consorzi: “Le loro competenze vanno oltre quelle previste dalla legge del 2012. Per questo è prioritario costituire un tavolo per la semplificazione amministrativa e integrare le loro funzioni in ambito ambientale e di Protezione Civile. I Consorzi sono già attori fondamentali nello sviluppo sostenibile, nella difesa del suolo e nella gestione delle risorse idriche“.
Sfide climatiche e nuove priorità
In un contesto di cambiamenti climatici, il ruolo dei Consorzi diventa cruciale. La vicepresidente della Regione, Stefania Saccardi, sottolinea: “Fenomeni estremi come quelli dell’estate 2024 hanno messo in evidenza l’importanza della gestione delle risorse idriche. Con il nuovo piano di sviluppo rurale 2023-2027, la Regione ha stanziato 7 milioni di euro per investimenti in infrastrutture irrigue e di bonifica. Questi interventi mirano a migliorare l’efficienza degli impianti esistenti e a progettare nuovi invasi e reti di distribuzione“.
Il ruolo ambientale e la manutenzione gentile
Oltre alla sicurezza idraulica, i Consorzi lavorano per tutelare gli ecosistemi fluviali, adottando tecniche come la “manutenzione gentile”, che coniuga sicurezza e biodiversità. Tra i progetti più innovativi, ci sono il recupero della plastica nei fiumi, la piantumazione di alberi e il controllo delle specie aliene invasive. Inoltre, il monitoraggio continuo dei corsi d’acqua permette interventi mirati e tempestivi, prevenendo rischi e garantendo la sostenibilità degli ecosistemi.
Consorzi e Protezione Civile
I Consorzi di Bonifica sono già un supporto fondamentale per la Protezione Civile, soprattutto in caso di emergenze legate a eventi climatici estremi. Tuttavia, il loro coinvolgimento è ancora informale. È necessario, secondo i rappresentanti regionali e consortili, strutturare questo ruolo per valorizzare ulteriormente le competenze tecniche e operative dei Consorzi.
L’integrazione con la Protezione Civile non si limita alla gestione delle emergenze. I Consorzi contribuiscono anche alla pianificazione preventiva, fornendo dati e analisi fondamentali per la gestione dei rischi idrogeologici.
I numeri dei Consorzi
In Toscana, i Consorzi gestiscono 52.000 km di corsi d’acqua, di cui 10.555 km manutenuti ogni anno. Dispongono di 96 impianti idrovori, 382.600 ettari di superficie irrigata e un parco mezzi con 387 unità. Sono 572 i dipendenti, tra tecnici specializzati e operatori. Ogni anno, vengono effettuati interventi che spaziano dalla pulizia degli argini alla costruzione di infrastrutture per prevenire esondazioni e allagamenti.
Nuovi presidenti, nuove visioni
Le recenti elezioni consortili hanno portato al rinnovo delle cariche. Tra i nuovi presidenti spiccano Dino Sodini per il Consorzio 1 Toscana Nord e Federico Vanni per il Consorzio 6 Toscana Sud. Confermati Serena Stefani per l’Alto Valdarno e Maurizio Ventavoli per il Basso Valdarno. La loro sfida è quella di coniugare innovazione, sostenibilità e resilienza territoriale. Ogni presidente porta con sé nuove idee per affrontare le sfide del futuro, con una particolare attenzione alla digitalizzazione dei processi e all’utilizzo di tecnologie avanzate per il monitoraggio del territorio.
Contratti di Fiume: un modello di partecipazione
Strumento chiave per la gestione sostenibile dei corsi d’acqua, i Contratti di Fiume coinvolgono enti locali, associazioni e cittadini. In Toscana se ne contano 23, dal “Patto per l’Arno” ai progetti sui torrenti Serra e Vezza, fino al Contratto di Fiume Ombrone promosso dal Consorzio 6 Toscana Sud. Questi strumenti rappresentano un modello innovativo di governance partecipata, favorendo la coesione territoriale e la sensibilizzazione ambientale.
Guardando al futuro
La Toscana punta su un modello di gestione integrata del territorio, che mette al centro la collaborazione tra Regione, Consorzi e comunità locali. In un contesto di trasformazioni climatiche e sfide globali, i Consorzi di Bonifica si confermano una risorsa strategica per la sicurezza, la sostenibilità e lo sviluppo agricolo della regione.
Investire nella formazione del personale, nella ricerca e nell’innovazione tecnologica sarà essenziale per affrontare le sfide future e garantire un approccio resiliente e sostenibile alla gestione del territorio.