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Biostampante e intelligenza artificiale per curare la colite ulcerosa: l’Università di Pisa nel progetto internazionale

Il lavoro dei ricercatori durerà quattro anni. Il rivoluzionario dispositivo eviterà la rimozione chirurgica del colon e del retto nei pazienti ricreando la mucosa dell’intestino

La prima biostampante colonscopica per ricreare la mucosa e la sottomucosa dell’intestino ed evitare così la rimozione chirurgica del colon e del retto nei pazienti affetti da colite ulcerosa e poliposi adenomatosa familiare. Un dispositivo rivoluzionario che verrà realizzato nei prossimi quattro anni grazie a Tentacle, il progetto europeo partito questo mese che vede fra i partner l’Università di Pisa.

Finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon Health 2024 per 8 milioni complessivi, circa un milione è destinato al Centro di Ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa.

Le malattie del colon-retto sono molto diffuse a livello globale ed attualmente in Europa ne sono affetti circa 2.2 milioni di individui. Chi è colpito da queste patologie spesso viene sottoposto a una proctocolectomia, un intervento chirurgico molto invasivo che prevede la rimozione della parte terminale del colon e del retto con gravi conseguenze sulla qualità della vita. Il progetto europeo mira a sviluppare una strategia innovativa e personalizzata in grado di sostituire la proctocolectomia attraverso la rigenerazione del tessuto mucoso e sottomucoso.

“La biostampante colonoscopica che vogliamo progettare e costruire – spiega il professore Giovanni Vozzi dell’Ateneo pisano – potrà operare direttamente nell’intestino attraverso una procedura minimamente invasiva”. Lo strumento sarò potenziato da un sistema di intelligenza artificiale “per monitorare la qualità della stampa e personalizzare l’intervento sulle esigenze del singolo paziente. Tentacle svilupperà inoltre dei biomateriali all’avanguardia con proprietà avanzate, come la capacità di cambiare forma nel tempo per mimare la morfologia intestinale e di rilasciare agenti antibiotici e antibatterici in maniera controllata e graduale”.

Il consorzio del progetto è costituito da dieci partner accademici e industriali. Insieme all’Ateneo pisano ci sono l’Università di Wurzburg (Germania) come coordinatrice del progetto, l’Università di Ghent (Belgio), l’Università di Torino e il Politecnico di Torino. Si aggiungono quattro partner industriali, affiancati dall’Istituto Superiore di Sanità italiano: ADBioink (Turchia), ThioMatrix (Austria), BeWarrant (Belgio), Scinus Cell Expansion Netherland B.V. (Olanda).

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