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Quando Firenze si vestì di bianco: le nevicate più memorabili

Dal record del 1985 al caos del 2010, le tempeste di neve che hanno segnato la città

Oggi il sole splende su Firenze, ma il ricordo dell’inverno del 1985 rimane indelebile nella memoria di chi l’ha vissuto. Chi c’era non potrà dimenticare il freddo eccezionale di quel gennaio di quarant’anni fa, il culmine di una stagione che portò gelo e neve da record in tutta Italia. Addirittura l’11 gennaio di quell’anno, la temperatura a Firenze scese a -23,2 gradi nella zona dell’aeroporto di Peretola, stabilendo un primato ancora imbattuto per il capoluogo toscano. La città si trovò avvolta in un manto di 40 centimetri di neve, trasformando le sue strade e i suoi monumenti in un paesaggio da fiaba.

Un evento straordinario che regalò anche spettacoli unici: la superficie dell’Arno si ghiacciò completamente, un fenomeno rarissimo che è anche citato nella canzone “Firenze” di Leonardo Pieraccioni (un inverno limpido imbiancò, per mezz’ora l’Arno si fermò). Questa nevicata rimase nella storia come uno degli episodi più estremi e suggestivi mai registrati nel capoluogo toscano, segnando profondamente l’immaginario collettivo. Ma non è stato l’unico evento eccezionale, proviamo qui a ripercorrerne altri.

© Facebook Vecchia Firenze mia

Il 17 dicembre 2010, Firenze fu teatro di un’autentica tormenta bianca. Una nevicata imprevista, cominciata intorno alle 12:40, paralizzò la città e gran parte della Toscana. In poche ore si accumularono 28 centimetri di neve. Il traffico andò completamente in tilt, con automobilisti bloccati per ore, treni cancellati e autostrade come l’A1 e la FIPILI congestionate. La gestione dell’emergenza fu anche oggetto di polemiche e portò a denunce e procedimenti giudiziari.

Anche la primavera non è stata immune da episodi nevosi. Dopo la nevicata dell’85, nel marzo del 1987, un colpo di coda dell’inverno portò 5 centimetri di neve a Firenze, accompagnati da temperature record di -7 °C.

Dicembre 2005 segnò un’altra nevicata significativa per Firenze. Il 28 dicembre, un blizzard avvolse la città durante la notte, lasciandola il giorno successivo coperta da 11 centimetri di neve. Firenze si svegliò in un’atmosfera magica, sebbene i disagi non mancarono.

Le nevicate non hanno soltanto portato disagi, ma anche momenti unici di aggregazione. Facendo un salto indietro di novant’anni, nel gennaio del 1935, l’architetto Giovanni Michelucci immortalò una nevicata che avvolse la città in un manto bianco. Le sue fotografie, ancora oggi conservate, testimoniano un’epoca in cui la neve a Firenze era vista con un misto di stupore e poesia.

 

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Più recentemente, nel dicembre 2009, Firenze fu colpita da un’altra bufera di neve che lasciò 15 centimetri di accumulo. Anche se meno intensa rispetto agli episodi precedenti, questa nevicata contribuì a rafforzare il legame della città con questi eventi straordinari. Negli anni successivi, episodi nevosi più contenuti furono registrati nel 2018 e nel 2019, con un solo giorno di neve in ciascun anno.

Le nevicate a Firenze hanno sempre avuto un doppio volto: da una parte i disagi e le difficoltà, dall’altra la bellezza di una città che si trasforma in un incantevole quadro invernale. Ogni fiocco di neve che si posa sui monumenti e sulle strade del capoluogo toscano racconta una storia fatta di meraviglia e memoria collettiva.

Ma con la crisi climatica che stiamo vivendo, questi fenomeni scompariranno del tutto? Lo abbiamo chiesto a Giulio Betti, meteorologo del Consorzio LaMMA.

“Firenze è una città dove nevica in generale raramente, non tanto perché manca il freddo, ma perché le configurazioni necessarie per portare la neve sono piuttosto complicate. Negli anni 50-60 nevicava molto più di frequente, ma comunque in generale Firenze non è una città famosa per nevicare. Partiamo dal presupposto che la città è soggetta al fenomeno in maniera relativamente rara. Ovviamente con il cambiamento climatico questa frequenza è andata riducendosi ulteriormente, ma non tanto a Firenze, ma in colline e in montagna. La frequenza delle nevicate a quote collinari e in montagna è diminuita molto. Non soltanto la frequenza, ma anche la quantità di neve che cade. Basta di pensare che all’Abetone, in base ai dati che abbiamo qui al Lamma, ha perso mediamente un metro di neve, dal 1969 ad oggi. E lo vediamo anche in questi giorni, in questi ultimi anni, quanto sia difficile che nevichi. E quando nevica può anche nevicare abbondantemente, ma il problema è che non manca il freddo per mantenere la neve”. Veniamo poi al fatto che questo è l’inverno più caldo a livello globale. “Questo è confermato anche dal fatto che in Toscana il 2024 è stato l’anno più caldo, in base ai nostri dati. Così come in Italia, così come in Europa. La singola stagione, diciamo che questo inverno 2024-2025 è tutto sommato qualche puntatina di freddo ce l’ha regalata, anche se siamo ben lontani dagli inverni di 20-30 anni fa. Diciamo che la neve da fenomeno poco frequente rischia di diventare fenomeno raro. Potrà ancora nevicare in futuro, anche in città, però lo farà in maniera sempre più sporadica. Quello che ci tengo a precisare, non è che se a metà febbraio nevica a Firenze o a fine gennaio, faccio per dire, fa 10 cm di neve, significa che Firenze è tornata a avere gli inverni di una volta. Significa che c’è stato un episodio meteo e bisogna vedere come si contestualizza. Se si muove una nevicata all’interno dell’inverno mite, quella nevicata non sposta il problema del trend che vede gli inverni sempre più miticonclude Betti. Come si dice? Una rondine non fa primavera, ma nemmeno una nevicata fa un inverno freddo.

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