Innovazione /

Il giubbotto vibrante di Alberto Gatti e Claire Richards per ascoltare musica “con le ossa”

Il ricercatore fiorentino Alberto Gatti porta avanti all’IRCAM di Parigi un progetto di ricerca che unisce il corpo umano al suono bypassando il timpano

È possibile ascoltare musica senza usare le orecchie? Il compositore e sound designer fiorentino Alberto Gatti sta sviluppando presso l’IRCAM di Parigi (Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Music) una ricerca su nuova tecnologia che lo rende possibile.

Alberto Gatti si è formato al Conservatorio di Firenze, dopo un master AReMus in ricerca artistica al Conservatorio di Roma si è trasferito a Parigi per un tirocinio Erasmus Plus durante il quale ha conosciuto la dottoranda americana Claire Richards del team Perception and Sound Design (PDS) del laboratorio STMS, la cui ricerca si concentra sulla percezione modale del suono.

I due studiosi stanno attualmente lavorando insieme a un prototipo di diffusione del suono molto particolare, si tratta di un giubbotto, o meglio un’imbracatura che attraverso trasduttori posizionati su punti strategici dello scheletro umano, permette di diffondere il suono tramite conduzione ossea, senza usare cioè il timpano.

Alberto Gatti

Come funziona il “giubbotto vibrante”?

I trasduttori del giubbotto vibrante fanno vibrare un osso ciascuno, quindi è possibile “sentire” il suono a livello tattile.

“Quando usiamo questo dispositivo – ci ha raccontato Alberto Gattiandiamo a stimolare le parti del cervello che sono relative alla percezione del suono, la stimolazione dell’orecchio medio, bypassando il timpano e la regolazione della coclea. Allo stesso tempo andiamo a stimolare la percezione tattile e quindi il dispositivo viene definito come multimodale perché è possibile sentire il suono sia da un punto di vista tattile che sonoro. Ovviamente esiste un range nel quale sentiamo le vibrazioni come forza o come ‘solletico’, poi mano a mano che si alza la frequenza, cioè sopra i 100Hz, iniziamo a sentire il suono. La cosa affascinante è che per utilizzare questo dispositivo si devono tappare le orecchie, sentiamo suoni fino a 1200Hz direttamente da dentro il corpo, in una situazione di immersività assoluta”.

Composizioni musicali per il corpo

Durante la residenza artistica dal titolo “Re-sounding bodies” Alberto Gatti ha scritto alcune composizioni “études” elettroacustici audio-tattili, da ascoltare attraverso il giubbotto vibrante.

“Uno si chiama ‘Absence’ – ci ha raccontato Gatti – ed è un lavoro per subwoofer e dispositivo multimodale. La mia idea è lavorare su frequenze che vanno da 40Hz a 60Hz, che l’orecchio non percepisce, voglio muovere l’aria fuori e dentro al corpo, per creare quasi una sorta di stato di pre-anestesia, una condizione in cui sei al buio e ti senti toccare il corpo in una sorta di massaggio sonoro. Il secondo lavoro è una collaborazione con la cantante Anaïs Del Sordo, un’improvvisatrice jazz, che mi ha aiutato nella stesura del brano che si chiama ‘Le catalogue’. L’idea di questa seconda composizione è mostrare in una forma compositiva di sperimentazione pura un suono percepito da dentro e dal fuori. In questo caso c’è un’esecutrice, avvertiamo una sorgente di suono ma la percepiamo da dentro il corpo.”

“Per il terzo lavoro ho collaborato con un percussionista e la violoncellista Marie Ythier. Sto costruendo questo brano con registrazioni multicanali che faccio muovere fuori e dentro il corpo. Devo dire che l’esperienza di sentire dalle ossa un violoncello, cioè un oggetto vivo, che è suonato, è il ‘core’ del progetto”.

Il sogno di Alberto Gatti sarebbe avere almeno cinque o sei giubbotti vibranti per poter realizzare dei piccoli eventi con pochissimi spettatori o spettatrici e condividere l’esperienza.

“L’esperienza con il giubbotto vibrante è molto entrante ed intima, conclude Alberto Gatti – abbiamo decine e decine di feedback positivi di chi per adesso ha potuto provarlo. Devi immaginare di avere undici trasduttori sul corpo che ti premono sulle ossa e vibrano, è una cosa molto nuova e fondamentalmente è sempre ben accolta”.

 

I più popolari su intoscana