Musica /

Il cantautore Nervi pubblica il suo disco d’esordio “E poi svegliarsi presto”: “La musica mi ha aiutato a sopravvivere”

Sabato 14 dicembre in concerto al The Cage di Livorno Elia Rinaldi in arte “Nervi” per presentare il suo primo disco solista “E poi svegliarsi presto”

Si intitola “E poi svegliarsi presto” il primo album di Elia Rinaldi in arte ‘Nervi’, uscito per Pioggia Rossa Dischi: una lettera aperta, diretta e riflessiva, che cattura l’essenza della generazione contemporanea, sospesa tra nostalgia, frustrazione e ricerca di autenticità, in un mondo complesso e contraddittorio.

Emerso dalla scena underground fiorentina, Nervi combina cantautorato dark pop e glam rock per esplorare il contrasto tra aspirazioni di grandezza e la realtà frammentata delle città moderne.

Nel 2020 vince Primo Maggio Next, Musica da Bere e il Premio Buscaglione. Nel 2022 partecipa a X Factor, nel team di Ambra Angiolini e nel 2023 è finalista a Musicultura.

Il 2024 segna un nuovo capitolo artistico, con l’uscita dei singoli “La Noia Mortale”, “Non Ho Sete”, “Bevi troppo” e “Quanto È Difficile Amarsi In Una Grande Città”, che poi confluiranno nel disco “E poi svegliarsi presto”.

Sabato 14 dicembre Nervi sarà in concerto al The Cage di Livorno per la rassegna “Youth is not a crime”.

Nervi, foto di Lorenzo Torricelli

Ecco la nostra intervista a Nervi

Ciao Elia! Hai fatto mille cose negli ultimi anni, dal palco del Primo Maggio a X-Factor, ma ancora non avevi pubblicato un disco

Sì perché ti dico la verità, ci tenevo tanto al mio primo album, non volevo che fosse una cosa dettata dalla fretta per tenere gli stream più alti, tutte quelle cazzate delle case discografiche. Per me era una cosa importante, per quanto sia difficile fare un disco cantautoriale in questo periodo storico, volevo farlo bello, non mettermi una fretta inutile. Quindi devo dire che ho avuto tante indecisioni, tanti momenti in cui non ero convinto, ci ho messo tanto tempo a trovare una direzione.

Ho sempre sognato di fare lo scrittore, la musica è stato il mezzo più facile che avevo per esprimermi, senza musica non saprei più chi sono

In effetti il disco è molto denso, ci sono momenti molto forti come “Sto male” una canzone che è già una hit!

Menomale pensavo di essere pazzo, invece vedo che la gente la canta volentieri, c’è identificazione.

E poi c’è una canzone che mi ha stupito molto “Lady Tristesse” perché mi ha ricordato quasi un pezzo dei Queen

Ho cercato in questo disco di recuperare anche qualcosa del mio passato come il rock anni ’70, un artista che mi ha sempre influenzato tanto è David Bowie della prima fase Ziggy Stardust, che alla fine edulcorato a livello moderno secondo me porta ai Queen per i suoni che si rifanno all’estetica glitterata del  Glam Rock, come T-Rex. Per capirsi: quella musica con i chitarroni che fanno gli assoli col pianoforte sotto, è stata sicuramente una fonte di ispirazione forte in questo disco.

Un altro pezzo che trovo molto tenero è “Forse siamo troppo magri”, non so a chi ti rivolgi in questa canzone ma mi hai fatta commuovere

Scrivo sempre in prima persona, principalmente perché mi sembra il modo migliore di parlare degli altri. Noi osserviamo il mondo non con oggettività, ma con i nostri occhi. Quindi volevo dare una visione personale. Molte storie possono anche non essere state vissute da me, ma mi piace usare la prima persona perché crea una sorta di confidenza. Forse siamo troppo magri” è un brano che sento molto mio e si rifà a qualcosa che ho vissuto, chiaramente ha un destinatario. Però ho cercato di non essere troppo didascalico nei testi, per renderli accessibili a tutti, anche se parlavano della mia vita privata.

È molto facile criticare Firenze, ci sono tutte le possibili ragioni, è una realtà musicalmente ancora troppo borghese sia in chi ascolta che in chi propone

In “La noia mortale” parli invece di una condizione che ormai viviamo un po’ tutti, quel ‘dover fare’, ‘dover essere’ qualcosa o qualcuno da cui sei sempre scappato

Ho provato a scappare, ti dico la verità, non voglio sembrare un paladino di una vita che non riesco a cogliere al 100%, con brani come La noia mortale cerco di ammonirmi, di dirmi di non correre troppo. Questo non vuol dire che io sia sempre capace di farlo. Questa canzone raccoglie alcune esperienze di cose che mi accadono quando non ho fretta. Molte parti del disco sono storiel che si sviluppano in quella fase della notte che arriva fino alla mattina, in cui non si ha più fretta, la giornata è andata, magari si ha la tranquillità per concentrarsi su dettagli che normalmente si ignorano.

Hai sempre vissuto l’ambiente musicale fiorentino, come ti sembra la situazione?

Negli ultimi anni ho fatto un po’ il ‘ping-pong’ perché ho vissuto anche a Milano e Londra, ma sono sempre rimasto legato a Firenze, poi sono tornato definitivamente nel 2022. È molto facile criticare Firenze, ci sono tutte le possibili ragioni, è una realtà musicalmente ancora troppo borghese sia in chi ascolta che in chi propone, dal mio punto di vista. Però negli ultimi anni ho ritrovato passione ad andare nelle serate anche molto piccole. Sento che la mia generazione dai 20 ai 30 si sta riappropriando di alcuni spazi nel centro come il Volume, il Fermino ma anche il Nove7 che non fa generalmente concerti. Andiamo chitarra e voce e creiamo serate segrete all’ultimo momento, qualcosa si sta muovendo, abbiamo capito che possiamo avere accesso ai locali se proponiamo qualcosa che mostri non solo il proprio orticello. Sono sicuro che questa mini realtà di concerti in acustico si potrà sviluppare bene se continuiamo a crederci. Firenze rimane comunque una realtà in cui i concerti sono ancorati troppo a un target specifico. Spesso vedo artisti che vengono da fuori, che a Bologna fanno il pienone, mentre a Firenze fanno il vuoto e questo mi dispiace molto. Non è colpa degli artisti, ma della cultura. 

Mi sembra che come capita a tanti musicisti, anche te non puoi fare a meno della musica, è come una terapia

Secondo l’ultima psicologa che mi ha seguito la musica è ciò che mi stava facendo impazzire, era il mio problema. Ma in realtà mi ha salvato la vita, io credo di essere un sopravvissuto, ma non perché ho vissuto storie drammatiche, perché sono sicuro che senza musica mi sarei creato storie molto più drammatiche di quelle che ho vissuto. Ho sempre sognato di fare lo scrittore, la musica è stato il mezzo più facile che avevo per esprimermi, senza musica non saprei più chi sono. La musica mi ha aiutato a sopravvivere.

Nervi sarà in concerto il 13 dicembre al club Efesto di Bologna, il 14 dicembre al The Cage di Livorno (date in aggiornamento).

Nervi, foto di Lorenzo Torricelli

Informazioni sull’evento:

Tutti gli eventi nel calendario di
I più popolari su intoscana