Venerdì 29 novembre al cinema La Compagnia di Firenze sarà presentato all’interno del Queer Festival in anteprima il film “Io non sono nessuno” della regista Geraldine Ottier, dedicato alla storia tragica e coraggiosa di Mariasilvia Spolato.
Nel 1972 Mariasilvia perde il lavoro e l’affetto dei suoi cari quando si dichiara pubblicamente omosessuale durante una manifestazione per i diritti della donna: è la prima donna in Italia a farlo.
Senza più riuscire a trovare un lavoro o un posto nella società, trascorrerà il resto della sua vita per strada, da senzatetto, coltivando la passione per la matematica fino alla morte, avvenuta il 31 ottobre 2018.
Ha fondato la storica rivista Fuori! e del Fronte di Liberazione Omosessuale, ha lottato per i diritti della comunità LGBT, “Io non sono nessuno” rappresenta il riscatto che le è stato negato in vita.
Si è isolata dal mondo, si è messa in un angolo rendendosi invisibile, senza odiare nessuno, senza essere vittima, ma lottando per trovare una sua pace sempre in nome della libertà
“Era il 2018 quando lessi per la prima volta la storia di Mariasilvia Spolato. – ha raccontato la regista Geraldine Ottier – Non so perché mi colpì più di altre, pensavo e ripensavo alla sua libertà, alle sue scelte, alla sua dignità. Ho deciso di scrivere questo film per raccontare a tutti la sua incredibile storia, le sue lotte, il suo coraggio, ma anche le sue fragilità, l’amore, la delusione e soffermarmi sul suo dolore, un dolore talmente forte da portarla alla follia. Ho scelto la fotografia come filo conduttore per narrare questa storia, dal primo flash del fotografo che ci trasporta nella vita di Mariasilvia, alle fotografie che lei stessa scatta ai suoi affetti, unica testimonianza a ricordo del loro passaggio. Ironia della sorte, sarà proprio una fotografia a rovinarle la vita. Mariasilvia si è emarginata dalla società e ha vissuto sui treni per venti anni. Mi sono domandata più volte il perché di questa scelta. Certo, erano un riparo caldo e sicuro, ma credo che ci fosse qualcosa di più profondo. La mia personale spiegazione è stata che il rumore del treno fosse l’unica cosa che riuscisse a sovrastare e attutire il suono delle voci nella sua testa. I treni compaiono spesso tra una scena e l’altra; questo perché il treno è un po’ una metafora della vita.La vita stessa è un treno che viaggia, si ferma e riparte, ha i suoi cambi e suoi binari, nel nostro tragitto ci saranno persone che saliranno e altre che scenderanno.”
Ha dichiarato Enrica Zambelli, l’attrice che la interpreta sul grande schermo: “C’è una cosa di Mariasilvia che mi ha colpita fin da subito, ed è la sua immensa dignità. Si è isolata dal mondo, si è messa in un angolo rendendosi invisibile, senza odiare nessuno, senza essere vittima, ma lottando per trovare una sua pace sempre in nome di una libertà, per cui si è battuta. All’inizio ero spaventata all’idea di interpretare un personaggio così forte, complesso, unico. Ma più la studiavo più mi avvicinavo a lei tanto da sembrarmi di conoscerla. Ho sofferto con lei, ho pianto, mi sono arrabbiata, ho cercato di capirla, ho scavato dentro le mie emozioni per restituire al meglio la dignità che merita”.
La colonna sonora a cura dei Rumore Rosa
La realizzazione della colonna sonora del film è stata affidata dalla regista ai Rumore Rosa, band nata nei primi anni duemila nel cuore del Chianti.
La band nella sua lunga carriera ha suonato al fianco di gruppi dal calibro di: Subsonica, Bluvertigo, Ligabue, Nickelback, Gotthard,Muse, Red Hot Chili Peppers.
Per il film sono stati usati alcuni brani inediti, scritti appositamente (come NESSUNO che parla proprio di Mariasilvia) e tracce riarrangiate prese dall’ultimo album “UOAAOO”, del 2015, intimo e malinconico, dove disillusione e inadeguatezza rappresentano i temi portanti.
Il loro stile, seppur cronologicamente lontano dall’epoca del fatti narrati, riesce alla perfezione a fondersi con le immagini: la miscela degli strumenti, la voce della cantante, uniti al racconto di questa storia, creano un linguaggio simbolico che trascende lo spazio-tempo e va dritto alle emozioni.
Francesco Baggiani chitarrista e anima della band ha raccontato così l’incontro con la regista Geraldine Ottier: “Una sera vado al cinema a vedere non ricordo cosa, passano i trailer e vengo attratto fortemente dalla musica, era un brano di Battiato “Summer on a solitary Beach”. Mi giro verso lo schermo e stava finendo il trailer del film “Stranizza d’amuri” che è a sua volta il titolo di una canzone di Battiato. Ho pensato che dovevo andare a vederlo assolutamente. Vado al Cabiria di Scandicci pensando di andare a vedere un film su Battiato, ma invece è il primo film di Beppe Fiorello che racconta un fatto di cronaca in Sicilia, due ragazzi che vengono uccisi perché si amavano. Esco molto commosso dalla sala con questa riflessione in testa: ‘Che bellezza fare una musica emozionante che supporta una causa così importante come la lotta all’omofobia. Sarebbe bellissimo’. Era domenica sera. Lunedì mattina mi chiama Daniele (batterista dei Rumore Rosa) segnalandomi una mail. Ci aveva scritto la regista Geraldine Ottier per chiederci di realizzare la colonna sonora del suo primo lungometraggio che voleva raccontare la storia di Mariasilvia Spolato. Lei ascoltava la nostra musica mentre stava scrivendo il film in un connubio quasi magico. Alcune immagini del film sembravano quasi specchiarsi nei testi di alcuni dei nostri brani. Per lei era fondamentale avere le nostre canzoni nel suo film. Così accogliendo che nella vita il magico esiste chiamo Geraldine e le racconto la coincidenza. Nel film hanno preso vita brani che erano stati messi in un cassetto da troppo tempo e abbiamo scritto anche brani nuovi. In particolare ‘Nessuno’ che poi è diventato anche il titolo del film. È stato bellissimo per noi ricominciare a fare musica, è stato un regalo di Geraldine”.