Il Brunello di Montalcino 2020 conferma il giudizio di una vendemmia a cinque stelle: l’annata è stata definita “accattivante, brillante, succulenta”, versatile e vocata all’invecchiamento. Il vintage in anteprima in questi giorni a Benvenuto Brunello che si prepara a entrare sui mercati il primo gennaio 2025.
Un nuovo modello di valutazione
L’interpretazione rappresentativa dei vini della denominazione emerge da “Brunello Forma”, il nuovo progetto di proprietà del Consorzio che mette in campo un innovativo modello di valutazione dei vini in base alle diverse vendemmie, tarato sul Sangiovese di Montalcino. Obiettivo: analizzare l’annata secondo canoni non più quantitativi (le stelle) e autoreferenziali, ma qualitativi e stilistici che derivano dalla forte interazione tra vitigno, cambiamento climatico e vino, considerando anche la grande eterogeneità del territorio in termini di esposizione, altitudine e suoli.
Uno studio complesso che ha visto all’opera membri del Consorzio, un team di esperti climatologi e professionisti e un panel di degustazione internazionale composto da 8 master of wine: Gabriele Gorelli e Andrea Lonardi per l’Italia, Madeleine Stenwreth (Svezia), Justin Knock (UK), Michelle Cherutti-Kowal (UK), Tracey Dobbin (Francia), Frank Roeder (Germania) e Philip Goodband (Usa).
Dai tasting alla cieca condotti su 57 campioni di Brunello di Montalcino 2020 imbottigliati e certificati Docg, sono emerse 456 note di degustazione più le 8 note finali di sintesi dell’annata elaborate singolarmente da ciascun master of wine. Un osservatorio che ha permesso poi di arrivare a un’unica nota di degustazione qualitativa del Brunello di Montalcino 2020.
Le caratteristiche dell’annata
Profilo e struttura equilibrati, l’annata 2020 si distingue per una qualità costante. Questo riflette una stagione di crescita stabile e favorevole per il Brunello, producendo vini di profondità e complessità.
L’annata si distingue anche per una serie di condizioni climatiche favorevoli che hanno avuto un impatto positivo sulla qualità finale del vino. La stagione è iniziata senza gelate invernali e la primavera è stata asciutta, favorendo uno sviluppo regolare delle piante. Si è verificata una stabilità termica e un’accumulazione di ore di calore normale, con un livello di stress termico inferiore alla media storica, indicando una maturazione ideale del Sangiovese. Le precipitazioni sono state ben distribuite durante la stagione, che ha contribuito a mantenere l’equilibrio idrico delle piante.