È uno degli appuntamenti più attesi dell’autunno in Toscana. Dall’8 novembre torna a Impruneta il tanto atteso Peposo Day. Tre giorni di eventi e degustazioni con aziende locali e assaggi di vini affinati in anfora per celebrare il piatto simbolo della tradizione locale: il Peposo all’Imprunetina.
La kermesse è organizzata dall’Ente Festa dell’Uva con il patrocinio del Comune di Impruneta. Durante il weekend, vari appuntamenti animeranno il centro storico di Impruneta. Il clou domenica 10 novembre con la sfida culinaria dei quattro rioni – Fornaci, Pallò, Sant’Antonio e Sante Marie – dedicata a questa specialità.
La manifestazione avrà inizio venerdì 8 novembre presso il Loggiato del Pellegrino con “L’AperiPeposo”, che offre un menù a base di Peposo all’Imprunetina accompagnato da vini locali. Sabato 9 novembre, si terrà la “Cena del Peposo” con un menù di quattro portate. Domenica 10 novembre sarà dedicata alla degustazione del Peposo, che sarà disponibile per l’asporto fino dal mattino.
L’impegno per preservare il peposo originale
“La tre giorni del Peposo rappresenta non solo un’importante tradizione culinaria per la nostra comunità, ma è anche un momento di condivisione e valorizzazione delle nostre radici culturali. Invitiamo tutti a partecipare e a scoprire l’autenticità dei nostri piatti” dichiarano il sindaco Riccardo Lazzerini e il presidente dell’Ente Festa dell’Uva Filippo Venturi.
Il Comune di Impruneta annuncia di aver predisposto una delibera per proteggere e valorizzare la ricetta tradizionale del Peposo all’Imprunetina. Questa iniziativa, volta a salvaguardare un piatto simbolo della cultura locale, ha l’obiettivo di preservarne l’autenticità e la storicità per le generazioni future.
La storia e le caratteristiche del Peposo
Il Peposo all’Imprunetina, noto anche come Peposo alla Fornacina, ha origini medievali e viene tradizionalmente associato ai mastri fornacini. Nasce quindi all’interno delle fornaci, dove i lavoratori del settore trascorrevano le serate davanti ai forni per alimentare il fuoco.
La notorietà di questo piatto crebbe nel Rinascimento per merito di Filippo Brunelleschi: fu il celebre architetto a scoprire questo piatto in una fornace di Impruneta. La leggenda ci consegna l’immagine dell’artista intento a controllare la cottura dei mattoni della sua cupola e a scoprire i pregi di questa cucina povera ma di sostanza.
Una preparazione che richiede una lenta cottura della carne con vino e spezie. Una pietanza umile ma ricca di sapore. Un comfort food si potrebbe definire per chi era costretto a sfidare il gelo invernale e trovare nuove energie a fronte di una stanchezza diffusa.
Per un peposo a regola d’arte, visto che nasce prima della scoperta dell’America, non si può utilizzare il pomodoro. In quanto al pepe dato che le spezie a quei tempi valevano più dell’oro, se ne faceva di certo un uso a dir poco parsimonioso. Si può aggiungere l’aglio. La cottura avviene in forno, quindi in umido.