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Arno, entro i primi mesi del 2025 pronta la cassa d’espansione Pizziconi “a difesa dell’abitato fiorentino”

“Un’opera di grande ingegneria” l’ha definita il presidente della Regione Toscana. Di fatto consente all’acqua di trovare sfogo nella campagna di Pizziconi. Si tratta di un intervento da oltre 13milioni di euro

Sopralluogo cassa d’espansione Pizziconi

I tre monoliti di cemento armato spinti sotto l’Autostrada A1 Milano – Napoli segnano di fatto la chiusura della fase cruciale del cantiere che realizza la cassa di espansione Pizziconi, i cui lavori sono cominciati a marzo del 2021 e che saranno definitivamente conclusi entro il primo trimestre del 2025.

Il sistema di laminazione di Figline, uno dei principali a difesa dal rischio alluvioni per la città di Firenze, fa dunque un passo avanti fondamentale , con la realizzazione del lotto 2 (l’importo dell’intervento è di 13milioni e 300mila euro) sarà possibile l’entrata delle acque di piena dell’Arno nei due moduli e quindi la messa in funzione della cassa realizzata con il lotto 1 .

“Questo – ha detto il presidente Eugenio Giani in occasione del sopralluogo al lotto 2 – è l’esempio che ci spiega che nel tratto dell’Arno fra Pontassieva e Firenze, se dovesse succedere qualcosa, abbiamo 3 milioni e 100 mila metri cubi in più di acqua che invece di uscire fuori dal fiume, vengono canalizzati in una vasca di espansione.Tutto questo è stato reso possibile grazie al lavoro di grande ingegneria dell’opera che vediamo oggi, che consente all’acqua di trovare sfogo nella campagna di Pizziconi. È la prima delle aree di laminazione ma è importantissima. Se ci fosse un’emergenza l’Arno può già essere controllato. E’ un intervento da oltre 13milioni di euro che consente di dare una risposta concreta e stamani ufficialmente possiamo far vedere ai nostri cittadini come i lavori sono andati avanti”.

Giani ha poi sottolineato come il lavoro fatto sotto l’autostrada dove sono stati spinti i tre monoliti favorisca l’allargamento della A1 “Ci sono già le assi per poter sostenere una terzia corsia – ha spiegato-. La Società autostrade che la svilupperà da Incisa, dove sono già in corso i cantieri, a lValdarno e poi verso Roma, qui troverà già un vantaggio”

Per invasare i 3,8 milioni di metri cubi che è la totale capacità della cassa Pizziconi, manca un ultimo tassello, il ‘terzo modulo’ già a gara (l’importo è di 3milioni 200mila euro fondi Fsc) che verrà realizzato a monte di quello già realizzato. Si tratta di un nuovo argine parallelo alla linea ferroviaria Alta Velocità, opera di connessione fra il modulo due e il modulo tre e dell’elettrificazione delle paratoie del reticolo minore e dell’opera di presa della cassa di espansione.

La Cassa di di Pizziconi è parte di un complesso di opere a difesa dell’abitato fiorentino, che comprende altre 4 casse di espansione nella zona del Valdarno fiorentino, il rialzo della Diga di Levane, gli argini provvisori lungo il tratto dell’Arno nel centro storico fiorentino, aggiungendosi già a Bilancino che oltre a fornire l’acqua a tutta l’areametropolitana fiorentina, svolge un’attività di laminazione potendo invasare fino 25milioni di metri cubi .

L’obiettivo del complesso progetto di ingegneria civile è stato, prima di tutto, quello di aver ridotto al minimo i periodi di chiusura dell’autostrada direttamente coinvolta nella costruzione dei tre scatolari di sotto attraversamento per il collegamento del Fiume Arno con le aree della cassa di espansione. Con la tecnica dello spingitubo sono stati costruiti sul posto tre monoliti in cemento armato delle dimensioni di 15 metri per 6, che sono stati inseriti all’interno della piattaforma autostradale per mezzo di appositi martinetti idraulici. L’ingresso delle acque di piena dell’Arno verrà regolato da tre paratie metalliche che potranno essere gestite da remoto attraverso un sistema di telecontrollo.

“Come diciamo da sempre – ha aggiunto l’assessora alla Protezione civile e difesa del suolo Monia Monni- e con più forza dal 2 novembre scorso, le opere sono fondamentali ma non bastano più a difendere la popolazione. La crisi ambientale in corso determina una condizione meteorologica estrema, ma non più rara. Accanto alle opere dunque è necessario il coinvolgere i territori e i cittadini. In nuova visione della gestione del territorio, ci devono stare i piani urbanistici, il sistema fognario, per rendere sempre di più le città resilienti a questi nuovi fenomeni”.

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