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La cantautrice Sara Rados torna con “Disco vivo”: “Sono una punk da appartamento”

Venerdì 11 ottobre Sara Rados sarà in concerto al Circolo Arci Il Progresso di Firenze, insieme alla band Progetti Futuri per presentare “Disco vivo”

Sara Rados è nata e cresciuta a Firenze, in una famiglia dove si pensa e si mangia meridionale, ma con un cognome slavo.

Ha iniziato come vocalist in un gruppo punk e da allora registra i suoi pensieri, i sogni, i desideri su mangianastri, foglietti, mani, telefonini, e trasforma tutto in musica.

La sua è una musica, vera, sincera, che non si preoccupa di piacere agli altri, ma solo di seguire il cuore.

Il nuovo album di Sara Rados si intitola “Disco vivo”, è uscito per Blackcandy Produzioni, ed è stato registrato grazie alla collaborazione coi Progetti Futuri: Michele Staino al contrabbasso, Sergio Zanforlin al violino, e Gabriele Pozzolini alla batteria e percussioni.

Raccoglie un’esperienza di anni,che parte dalla scrittura delle prime melodie dentro casa, ai concerti e concertacci a giro per i club di Firenze, fino alle serate  in sala di registrazione con i ragazzi della band.

Tutto questo universo di emozioni è approdato una sera di febbraio del 2024 presso il GRS Studio di Firenze.

Sara e i Progetti Futuri hanno invitato gli amici, li hanno fatti accomodare su un grande tappeto, e hanno suonato tutto il disco. Poi il produttore Taketo Gohara ci ha messo su le mani per il mix e Giovanni Versari per il mastering.

Sara Rados porterà live il suo “Disco vivo” live venerdì 11 ottobre in concerto al Circolo Arci Il Progresso di Firenze.

Ecco la nostra intervista a Sara Rados

Ciao Sara! Il tuo “Disco Vivo” è stato registrato dal vivo, appunto, nel GRS Studio a Firenze. Come mai questa decisione? C’era la volontà di tornare all’autenticità del suono?

Sì è esattamente questo il motivo principale per cui l’ho voluto fare. Può apparire una scelta tecnica un po’ manieristica oppure anche legata (e lo è) anche a degli aspetti meramente pratici, essendo una auto-produzione in collaborazione con Blackcandy. Ma in realtà prima di tutto questo c’era anche un discorso squisitamente politico, legato alla voglia di trasmettere un certo modo di pensare e fare musica, che cioè non deve essere sempre tutto carino e perfetto ma si può contemplare anche lo sbaglio, l’errore, l’emozione anzi se ci sono tutti questi elementi può essere anche più bello per chi ascolta.

non deve essere sempre tutto carino e perfetto, nella musica si può contemplare anche lo sbaglio, l’errore, l’emozione anzi se ci sono tutti questi elementi può essere anche più bello per chi ascolta

Da quanto tempo lavori a queste canzoni?

Nella vita sono lenta a fare tutto, soprattutto con le cose a cui tengo, penso che il tempo sia molto, molto importante. Nella società in cui viviamo ci sono tanti imput che cercano di farci dimenticare il fatto che per far uscire delle cose il tempo deve passare, che non vuol dire stare in ozio. Un altro aspetto è il fatto che la quotidianità non è solo musica, ma è fatta anche di lavoro, impegni familiari, vicende personali che a volte ci bloccano e fanno passare la creatività. Non sempre c’è la voglia di scrivere o di andare a suonare in giro. Questi sono i motivi per cui ci ho messo così tanto tempo a fare questo disco. Le canzoni hanno cominciato ad uscire poco prima del Covid, in una fase di vita particolare, come sempre la forma migliore che ho trovato per documentare tutto è stato attraverso la musica.

“Bandiere sporche” il primo singolo è nato in un modo un po’ buffo, eri in un parco e una bambina ti ha presa a calci, è vero?

Sì, eravamo sotto Natale, io ero al parco con la mia bimba ed ero in uno dei miei giorni di depressione che nel tempo ho imparato a gestire come un amico fidato con cui andare in giro. Forse si vedeva sul mio viso che non ero allegra, così si è avvicinata questa bambina sui quattro anni che ha cominciato a prendermi a calci negli stinchi e a urlare “Sorridi è Natale”. Questa cosa mi ha fatto sorridere, mi ha risollevato la giornata e mi ha portata a fare delle riflessioni che la sera dopo cena sono riuscita a buttare fuori.

Ascoltando le tue canzoni ho notato che sono molto potenti le immagini che riesci ad evocare con le tue parole, per esempio quando canti “occhi persi come pozzanghere dentro ai cellulari”. Da dove ti viene questa particolare abilità nella scrittura? Hai sempre scritto?

La scrittura me la porto dietro da sempre, fin dal diario segreto delle elementari. Da lì in poi ho litigato spesso con il foglio bianco, ho fatto tanti esperimenti, in periodi difficili è stata una forma di introspezione anche un po’ violenta. Per me la scrittura si lega molto anche all’inconscio. Adesso è una sintesi di tanti aspetti più onirici oppure più razionali.

Mi ha colpito la cover degli Skiantos nel tuo disco che immagino sia legata al tuo passato punk. Io sono preoccupata che i giovani oggi non li ascoltino più, per la nostra generazione invece sono stati una band fondamentale

In realtà questa cover la portavo in giro per i locali da un po’ di tempo. Poi ho scoperto che Fedez a X-Factor ha assegnato questo pezzo a Big Mama, lo so sembra un incubo. Per me è molto punk il concetto di originalità, ed è per questo che l’ho voluta inserire, la mia versione è molto diversa da quella degli Skiantos. L’ho fatto anche prendendomi in giro perché io per prima sono stata una “punk da appartamento”. Nella vita bisogna anche avere il coraggio di rimettersi sempre in discussione e fare le cose anche se le ha già fatte qualcun altro, chi se ne frega.

Quando si pubblica un disco ci vuole sempre una bella dose di coraggio. Come affronti i prossimi mesi che ti aspettano?

Sono in un bel turbine emotivo, sono curiosa perché questo disco è una cosa molto lavorata e curata nel tempo, ma non pianificata in maniera aziendale, quindi per me sarà un esperimento vedere come reagisce la gente. Ogni mattina mi sveglio e mi chiedo chissà cosa succederà!?

Ultimissima domanda, che cos’è per te la musica?

Io sono anche musicoterapeuta e spesso i parenti dei miei utenti mi dicono che la musica è magica, risolve tutti i problemi. A me viene da ridere perché penso che la musica può fare molto bene, ma anche molto male. A volte è bella, a volte è anche molto fastidiosa. Quindi può essere molte cose diverse. Spesso si dice che è una cosa fantastica, ma spesso non lo è.

Tutte le date del tour di Sara Rados

11 ottobre, Circolo Arci Il Progresso di Firenze
3 novembre, Consonanze Festival, Casalmaggiore (Bologna)
14 dicembre, Ex Atomic Bar, Milano
21 dicembre, Casa del Popolo di Settignano (Firenze)

Sara Rados

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